Pinterest LinkedIn

© Riproduzione riservata

La vigna è mamma. Là dove tutto nasce, nel mondo speciale del vino ci sono sempre più donne impegnate nella gestione del vigneto e della cantina, inserite in ruoli di gestione nella parte commerciale, marketing e amministrativa di vere e proprie aziende. Mamme vignaiole che considerano i loro vini come dei veri e propri figli, cresciuti ed accuditi come i figli veri. Passione e dedizione, gioia e sacrificio. Ma come si approcciano le mamme vignaiole al vino?

Databank Database Case Vinicole Cantine Dati Excel xls csv tabella campi indirizzo email sito web


 

In psicologia il locus of control indica la percezione del controllo degli eventi che ognuno possiede e può essere attribuito a fattori interni che dipendono da noi stessi, oppure a fattori esterni. Ecco secondo noi una buona mamma vignaiola sa benissimo che si può, anzi si deve, cercare di avere tutto sotto controllo, non mollare un centimetro e dirigere le proprie azioni per influenzare gli esiti di un determinato accadimento. Ma alla fine nel risultato finale necessariamente ci sarà una buona dose di imprevedibilità, per cui i successi o gli insuccessi dipenderanno anche dagli altri. Il locus of control delle mamme vignaiole non può quindi che essere in perfetto equilibrio tra interno ed esterno, perché se ci pensate bene quello accade in ogni annata è un mix di eventi che non dipendono sempre e solo da noi. E anche una volta fatto il vino per cercare il giusto posizionamento tra aspettative desiderate e target, alla fine bisogna essere delle buone equilibriste che conoscono le dinamiche del mercato. Per la festa della mamma vogliamo fare una carrellata di mamme vignaiole che stanno lasciando un piccolo grande segno nei loro territori, regalando ogni giorno dei vini straordinari e avendo cura al tempo stesso delle proprie aziende e dei propri affetti più cari.

Cristina Scarpellini

In Valtellina Cristina Scarpellini c’è arrivata per passione e per amore di un territorio che piano piano è diventata casa sua, coinvolgendo in questa avventura in mezzo alla zona vitata terrazzata più vasta d’Europa anche il marito e i due figli. Finalmente si parla anche di famiglia, ci aveva confidato qualche mese fa quando avevamo raccontato la sua storia e la sua prima Riserva della Tenuta Scerscé. Un Valtellina Superiore Riserva che porta il suo nome, un Nebbiolo in purezza che esprime tutte le potenzialità di evoluzione di un grande rosso perfetto per accompagnare una giornata speciale. Un vino con il cuore in gola,  l’eleganza del Nebbiolo delle Alpi che non teme il passare del tempo ma nella sua prima annata 2017 è già prontissimo per regalare soddisfazioni anche oggi.

 

Nadia Verrua

Nadia Verrua è una delle vignaiole che nel Monferrato ha ridato dignità a vitigni come il Grignolino e il Ruchè. Ricordo un incontro qualche anno fa quando si potevano ancora fare gli eventi. Al banchetto di degustazione la piccola Caterina che raccontava i vini della mamma Nadia con spontaneità e passione, la stessa che ritroviamo nei prodotti di Cascina Tajavin tutti da gustare. Il Ruché di Castagnole Monferrato Teresa La Grande, super espressione di un rosso autoctono del Piemonte riscoperto. Un vino che strizza l’occhio alla Borgogna che ha trovato nel Monferrato il suo habitat naturale, sfumature odorose speziate, bevibilità ed eleganza in bocca.

 

Elisabetta Foradori


La rinascita del Teroldegno si deve in gran parte a una vignaiola trentina come Elisabetta Foradori, nata e cresciuta in cantina e diventata custode della sua terra. La signora del Teroldego, così l’hanno ribattezzata, siamo a Mezzolombardo nel mezzo del Campo Rotaliano. L’azienda fu fondata nel 1901, ma i primi vini imbottigliati dalla famiglia Foradori risalgono a nonno Roberto, nei primi anni ‘50. Il Granato, Teroldego in purezza, creato nell’86, è diventato uno dei vini rossi cult del Nord Italia, dal 2009 le uve di due zone che lo arricchivano sono state vinificate in purezza. Vera essenza del Trentino, con terroir sabbiosi e sassosi. Foradori è diventata un’azienda policolturale grazie a Myrtha la figlia di Elisabetta, che ha portato l’orticoltura tra i filari del Teroldego.

 

Stefania Barbot


Ci troviamo a Paternopoli in provincia di Avellino, un piccolo borgo risalente all’epoca preromana, adagiato sulle dolci e verdi colline dell’Appennino meridionale tra i 450 e i 530 metri sul livello del mare nel cuore della denominazione Taurasi. Grande rispetto della tradizione nei tre ettari di vigne pre-fillossera tutte di proprietà, condotti in regime bio-sostenibile. Stefania Barbot è una vignaiola senza freni, l’azienda che porta il suo nome produce con grandi vini campani con vendemmia manuale, selezionando i grappoli migliori a uno a uno. Il Fren è un Aglianico 100% in purezza, in greco antico “φρήν φρενός, ἡ” rappresenta le potenzialità delle vecchie viti di aglianico coltivate a “starsete” con età piante di 70 anni.

 

Giovanna Tantini

La chiamano la mamma del Bardolino, Giovanna Tantini dalla seconda metà degli anni ’90 si è concentrata sulla valorizzazione dei vitigni del territorio seguendo direttamente tutte le fasi produttive, dal vigneto alla vinificazione e affinamento. Parola d’ordine qualità, sia per il Bardolino che per il Chiaretto, meritevoli di un posto sulle migliori tavole del mondo. Spazio allora alla declinazione in rosato del vino principale ed è il prodotto, che dal 2002 sta tirando forte anche nei mercati internazionali. Un lavoro di sintonizzazione dalla raccolta al contatto sulle bucce, per le sfumature di un Chiaretto che nella tonalità del suo colore rosa oggi regge al confronto dei migliori rosé al mondo.

 

Silvia Franco


Silvia Franco rappresenta la quarta generazione di Nino Franco, azienda leader della spumantistica che ha compiuto 100 anni nel 2019. Entrata in azienda nel 2006 dopo aver studiato e lavorato nell’ambito dell’interior design a Milano, ha voluto imparare il lavoro sul campo. Con l’aiuto di un vivaista francese che importò le tecniche che già usava nei vigneti dello Champagne, un quarto di secolo fa è iniziata la selezione e la riproduzione delle piante. Per Silvia Franco il vino è poesia, arte, gioia, leggerezza, come quelle bollicine di Prosecco famose e amate in tutto il mondo che regaleranno momenti di spensieratezza anche oggi per la festa della mamma.

© Riproduzione riservata

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter


Scrivi un commento

9 + uno =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina