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Scarsa percezione del valore della certificazione di qualità e una alta web reputation dell’olio italiano nei media di tutto il mondo: due concetti in apparente antitesi tra loro che mostrano le varie sfaccettature del comparto oleario italiano, evidenziando da una parte la capacità di promuovere l’olio italiano nel mondo e dall’altra la difficoltà a instillare nel consumatore una conoscenza dei marchi DOP e IGP tale da permettere il riconoscimento del valore aggiunto derivante dalla certificazione di qualità.

Aicig+DOP-IGP-LOGO

Questo è uno dei risultati della ricerca “L’oro verde italiano. Indagine online e offline sull’olio extravergine DOP/IGP italiano” condotta da Ismea ed Aicig con la collaborazione di Zowart Creative Agency, presentata ieri 7 ottobre nella sede Aicig di Roma alla presenza di Fabio Del Bravo, Direttore Servizi per il Mercato Ismea, Francesco Carnevale, Presidente e Direttore creativo Zowart Creative Agency, Pier Maria Saccani, Segretario Generale AICIG, le cui conclusioni sono state affidate a Luca Bianchi, Capo Dipartimento delle Politiche competitive della qualità agroalimentare, ippica e della pesca MIPAAF.

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L’incontro è stato moderato da Mauro Rosati, Direttore Generale Fondazione Qualivita e vi hanno partecipato, tra gli altri, anche Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Massimo Fiorio Vice Presidente della stessa Commissione Agricoltura e Colomba Mongiello, deputato e membro della Commissione.

Tre gli obiettivi in particolare: analizzare la presenza di Olio Extravergine di Oliva DOP/IGP italiano presso un numero selezionato di punti vendita in USA e in Europa, studiare la percezione del prodotto nei social media e blogger italiani e stranieri e analizzare il livello di comunicazione in rete offerto dai Consorzi di oli associati ad Aicig. L’analisi si è concentrata su come e quanto il concetto di olio extravergine d’oliva in generale – e italiano a denominazione in particolare – venga percepito dal consumatore finale, nel tentativo di individuare quei gap informativi che possono incidere negativamente sulle scelte al momento dell’acquisto. L’indagine, tra gli altri spunti di riflessione, rivela che la tipologia extravergine, di varia origine, marca nettamente la sua presenza tra gli oli d’oliva in generale negli scaffali della GDO (con un’incidenza costantemente al di sopra del 60%) e nelle discussioni animate sui blog e su altri canali on-line considerati tra i più influenti del web.

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In particolare, l’olio extravergine italiano (o individuato/percepito come tale) prevale rispetto a prodotti comparabili di altra provenienza geografica, in termini di presidio dei mercati al consumo (con picchi stimati in taluni casi anche oltre il 60%) e di conversazioni analizzate sulla Rete. Un dato su tutti: l’extravergine d’oliva italiano è l’argomento più discusso nella blogosfera statunitense (42,7% è la stima del peso delle discussioni riguardanti il prodotto nazionale in rapporto a quelle dedicate all’extravergine in generale). I concetti più richiamati nelle discussioni richiamano legame con il territorio e sistema di controllo… un segnale importante per le produzioni Dop e Igp!

 

Ufficio stampa AICIG

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