Parola di Luca Maroni autore dell’Annuario dei migliori vini italiani . «Non è un mistero – spiega Maroni – che la vendemmia 2014 sia stata scarsa (secondo Assoenologi, 44 milioni di ettolitri, meno 17% rispetto allo scorso anno) ma i prodotti sono eccezionali. In particolare mi è capitato di assaggiare i primi vini bianchi e contrariamente alle aspettative sono prodotti che non esito a definire “magici”. Vini che risultano ricchi ma non troppo alcolici, estrattivi ma non cotti o liquorosi come è accaduto con le ultime annate contrassegnate da temperature medie molto elevate. Insomma, per quella che è la mia esperienza empirica, smorzerei i toni rispetto agli allarmi dei mesi scorsi».
Una produzione di un profilo qualitativo inaspettatamente elevato insieme al favorevole momento valutario possono disegnare un nuovo miracolo della viticoltura made in Italy. «Sarebbe l’ennesimo – dice ancora Maroni – visto che il vino da oltre vent’anni trascina al rialzo tutto l’export alimentare italiano. Per il 2015 delle etichette made in Italy si intravedono prospettive favorevoli con l’apprezzamento del dollaro sull’euro che rilancerà lo sbocco sul principale mercato gli Usa, ma non sottovaluterei neanche la rivalutazione del franco svizzero sull’euro. La Svizzera non certo è un mercato sconfinato ma riveste una grande importanza per il vino europeo e italiano in particolare».
Anche all’interno dei confini nazionali qualcosa sta cambiando. I consumi sono scesi ormai al minimo storico vicino ai 35 litri pro-capite l’anno e per rilanciarli servono due elementi su tutto. Da un lato occorre sganciare definitivamente la percezione del vino da quella relativa alle bevande alcoliche e in secondo luogo un cambio di passo sul fronte del packaging. «Per quanto riguarda il primo aspetto – aggiunge Maroni – il nostro compito è far capire che bere vino non è semplicemente bere alcol. In quest’ottica nelle giornate di Roma ospiteremo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ci spiegherà come un bicchiere di vino ai pasti e in genere un consumo moderato possano avere una valenza positiva anche nella vita di un atleta, in particolare, nelle fasi di recupero delle energie e di smaltimento delle tossine accumulate con l’attività sportiva».