La macchina da caffè, quella summa del design italiano diffusa in tutti i bar del mondo, segue le tendenze e si rinnova in continuazione, accogliendo le esigenze dell’operatore. Ma quali direzioni sta prendendo l’innovazione in questo campo?
“Si sta andando sempre più incontro all’utente/barista che cerca di personalizzare al massimo la tazzina servita – dice Marco Tesconi, responsabile Marketing di La Spaziale -; per questo le macchine devono avere la possibilità di variare rapidamente e semplicemente i parametri della trasformazione del caffè. Come la temperatura di estrazione dell’espresso, che, se regolata correttamente, permette di ottenere il meglio da ogni miscela”. Anche perché cresce da parte delle torrefazioni la propensione verso il monorigine, sempre più spesso proposto a fianco della miscela classica. “Da qui la necessità di macchine che possano fornire temperature diverse da gruppo a gruppo o addirittura da dose a dose. La flessibilità per stare al passo con le esigenze di mercato sta nel rendere disponibile questa tecnologia anche sui modelli di fascia media, che poi risultano quelli più venduti” conclude Tesconi.
Una bilancia integrata all’interno della macchina è l’innovazione di La Marzocco: consente al barista di avere un maggior controllo sull’erogazione del caffè andando a controllare la massa di caffè estratto, o ad impostare un Brew Ratio tra prodotto macinato e prodotto erogato riducendo le imprecisioni di macinatura, dose e pressatura. “Le realtà specialty che usano la macchina da caffè sono in crescita nel mondo, dove esportiamo il 95% dei fatturato. In Italia, per via della forte cultura preesistente, si sta diffondendo più lentamente. L’innovazione si svolge lungo alcune linee: la performance, il design, l’ergonomia, la facilità d’utilizzo, l’efficienza energetica e l’attenzione verso la qualità del caffè” spiega Giada Biondi, Communications Coordinator de La Marzocco.
L’innovazione anche da Rancilio Group verte sulla tecnologia che consente al barista di intervenire in modo dinamico sulla temperatura dell’acqua di erogazione, in modo da esaltare le caratteristiche organolettiche di ogni singola miscela o monorigine.Ma a Host 2015 non sono mancate le novità che hanno riguardato l’Internet of Things, con l’applicazione che consente il monitoraggio e la gestione da remoto delle macchine da caffè e, per il comparto delle superautomatiche, che permette di utilizzare il proprio tablet direttamente come schermo per dialogare con la macchina da caffè sfruttando da remoto la tecnologia bluetooth. In questo modo, dimensioni e caratteristiche dell’interfaccia utente possono essere personalizzate dall’utilizzatore.
Gli specialty restano comunque una nicchia soprattutto in Italia, dove alla fin fine anche al giovane foodie, ma pure a quello squattrinato, un euro in tasca per un caffè espresso non manca mai. L’espresso però sta crescendo a buoni ritmi in tutto il mondo, e con lui le attrezzature per prepararlo, per la maggior parte italiane. È l’Estremo Oriente una delle aree più promettenti insieme a Brasile e Russia, e ora potrebbe aprirsi anche l’Iran.
Uno sguardo su un altro tipo di estrazioni (e di macchinari) viene da Drewry Pearson, Ceo di Marco Beverage Systems: “Il caffè si sta espandendo in tre direzioni principali: la praticità a casa e in ufficio, con le capsule, la praticità nei format retail self-service con le macchine “bean to cup” e il caffè specialty in tazza al bar. Tutto questo ha in comune la freschezza e la qualità del caffè, caldo o freddo che sia. Per incontrare questi trend, a Host2015 abbiamo lanciato una macchina per tazza singola e una per dosi”.
