Si è parlato di Magis, il modello di produzione sostenibile che definisce le linee guida indispensabili per la certificazione da parte di un ente terzo indipendente, al Florence SWIF (Sustainability of Well-being International Forum), nell’ambito del ciclo di discussioni sul tema “Food for Sustainability and not just food”, un appuntamento stabile nel panorama del dibattito internazionale su benessere e sostenibilità.
Attilio Scienza, Docente di viticoltura all’Università degli Studi di Milano e presidente del Comitato tecnico-scientifico Magis, è intervenuto nella sessione dedicata alla sostenibilità della filiera vino affrontando il tema della biodiversità in viticoltura.
La biodiversità in viticoltura è, malgrado l’intensificazione dei processi produttivi, un aspetto essenziale per la valorizzazione dei diversi ambienti di coltivazione e per le diverse esigenze dei modelli di consumo. Si manifesta però soprattutto nelle scelte varietali, mentre è sostanzialmente trascurato l’aspetto relativo all’ecosistema dove la vite è coltivata: il suolo del vigneto ed il suo intorno naturale. E’ quindi necessario superare la visione vitigno-centrica del vigneto per proteggere e valorizzare la biodiversità dell’insieme dell’ecosistema viticolo, integrando e facendo convergere discipline e conoscenze agronomiche con quelle ecologiche, per sviluppare un nuovo concetto di agro biodiversità che inglobi le popolazione dei vitigni coltivati con tutte le specie viventi nel vigneto, siano esse animali o vegetali o microbiche, aggressive o utili, telluriche o aree.
Come ha testimoniato il prof. Attilio Scienza “Esistono metodi semplici per verificare autonomamente il livello di biodiversità del proprio vigneto, che è strettamente legato alla sostenibilità; prendendo spunto da molteplici esperienze realizzate in Italia e all’estero da numerosi istituiti di ricerca, nell’ambito dello sviluppo di Magis abbiamo sperimentato un protocollo di indagine della biodiversità del vigneto, concepito come uno strumento di semplice implementazione aziendale, mettendo ancora una volta al centro del sistema l’agronomo aziendale, cioè colui che decide come intervenire sull’ambiente di coltivazione e che, come l’esperienza Magis fino ad ora percorsa dimostra, utilizza le tecniche disponibili per raggiungere la migliore sostenibilità aziendale”.
È stata quindi sviluppata una tecnica di facile applicazione che consente al viticoltore di valutare direttamente i suoi comportamenti nei confronti del mantenimento della biodiversità animale del vigneto grazie a una serie di misurazioni tra cui: la valutazione della presenza di lombrichi e altri organismi presenti nel suolo, il conteggio della tipologia di colonie di insetti nettariferi e la stima delle farfalle presenti, la valutazione delle specie presenti negli inerbimenti dei filari e delle caratteristiche del suolo e delle piante.
La creazione di un ecosistema-vigneto il più possibile vario ed equilibrato può consentire di ridurre gli interventi agronomici necessari in termini di lavorazioni, concimazioni, gestione delle infestanti e difesa, preservando la qualità dei vini.
“La conservazione e l’aumento della biodiversità nei vigneti – ha concluso il Prof. Scienza – si può tradurre in un vantaggio per l’azienda sia dal punto di vista agronomico che da quello economico e d’immagine; inoltre le ricadute di un tale approccio non saranno patrimonio solo aziendale ma anche del territorio e della società in cui quell’azienda opera”.
Il prossimo obiettivo di Magis sarà dunque rendere tali pratiche di valutazione integrate nel protocollo di gestione del vigneto, per stimolare l’adozione di strumenti volti al miglioramento della biodiversità in un percorso continuo di innovazione e sviluppo sostenibile.
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