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Una novità gradita da appassionati e cultori della materia. Ha aperto a Roma, presso il celebre Drink Kong, uno dei migliori cocktail bar al mondo, una prestigiosa Malt Room. In collaborazione con Diageo Reserve, la sala è interamente dedicata allo scotch whisky. Un ambiente dove ogni ospite ha il privilegio di accedere ad alcune tra le più ricercate relase del mondo del single malt e del blended scotch whisky.

Nella serata di apertura riservata alla stampa, si è tenuta una masterclass condotta da Pino Perrone, sommelier romano esperto di scotch.

Pino Perrone
Pino Perrone

L’evento è stata l’occasione anche per approfondire lo stato dell’arte con Diageo, multinazionale che gestisce oltre 55 distillerie di scotche whisky che rappresentano quasi un terzo della capacità totale del settore, insieme alla più grande distilleria di grano di Scozia, la Cameron Bridge. Il marchio leader dell’azienda è il blended Johnnie Walker, lo scotch whisky più venduto al mondo, ma vanta altri marchi del calibro di J&B e Bells, insieme a una gamma di single malt tra cui Lagavaulin, Caol Ila e Talisker.

Per Manuel Cesandri, Reserve Account Manager Diageo: “Il 2023 è stato un anno importante con tante novità e opportunità che si sono succedute alla coda del covid. Abbiamo buone prospettive per l’anno in corso. Sicuramente Diageo come molte aziende del settore, sta seguendo il mercato nel riflesso dei consumatori sia in termini di prodotti nuovi o di categorie importanti già consolidate quali il gin o l’agave. La prima è molto rilevante sulla scena nazionale. Sicuramente il mondo dell’agave ha una nuova vita e confidiamo che prossimamente possa aumentare come segmento in termini di vendite. Siamo un’azienda versatile e molto attenta a cogliere i trend che verranno. Sono fiducioso che i prossimi mesi saranno decisivi per individuare le nuove mode e tendenze nel macrosettore degli spirits sicuramente in linea con le aspettative del cliente. Al prossimo Bar Show porteremo importanti novità. Focalizzandoci sulla single malt room inaugurata al Drink Kong, è la realizzazione di un progetto che ha avuto una gestazione di oltre un anno di lavoro. Abbiamo voluto creare un luogo dove i consumatori possano accedere a prodotti di non facile reperibilità nel mondo del bar. L’appassionato italiano di spirits è più ben disposto, rispetto al passato, al bere di qualità e questo ci rende contenti perché abbiamo un portfolio di clienti molto significativo. Creare valore intorno al desiderio del fruitore è importantissimo dal punto di vista strategico”.

Nel corso della serata inaugurale, sono state proposte in degustazione tre esclusive etichette. Johnnie Walker Blue Label, un’edizione limitata per festeggiare i 200 anni della distilleria; Dalwhinnie 30, release maturata in botti refill per 30 anni, creando un whisky da un sapore intenso e complesso e Cameron Bridge 26, oltre un quarto di secolo d’invecchiamento per un single grain ricco di note vanigliate, con sfumature di pepe nero e spezie.

Entusiasta dell’iniziativa Lorenzo Mancusi, General Manager di Drink Kong e Nite Kong: “Inauguriamo una collaborazione con Diageo e la sua selezione di eccellenze assolute, per rendere esclusiva quella che prima era una sala privata per masterclass ed eventi. Dando un luogo di riferimento a tutti gli appassionati del whisky e posizionando Roma di nuovo sulla mappa delle realtà più importanti per i cultori della materia. Grazie a questa sinergia sarà possibile degustare whisky molto pregiati a prezzi accessibili. Si potrà scegliere tra una mezza o porzione intera per poter permettere di provare bottiglie veramente di nicchia. Una grande opportunità  nonostante la nostra drink list sia rilevante. La nostra lista realizzato artigianalmente in una preziosa carta giapponese, racconta tutti i whisky presenti, con la storia delle distillerie e le caratteristiche salienti del prodotto. Per il debutto abbiamo proposto tre degustazioni con finger food alla fine di ogni whisky: Uramaki di Ricciola, Bao con tamagoyaki e un cheddar. Piccoli bite per accompagnare al meglio l’esperienza”.

L’evento al Drink Kong è stata l’occasione per riflettere sui temi di maggior interesse per il comparto della miscelazione.

Da noi i gin tonic, vodka tonic e i grandi classici sono i cocktail che vanno per la maggiore – spiega Mancusi –  L’accento che prima era fisso sul gin, si sta spostando su tequila e whisky, qualcosa in effetti si sta sta modificando nei trend. Noi siamo fautori del whisky highball, whisky miscelato alla soda come si fa in Giappone. Perché è comunque un modo differente di far conoscere qualcosa di simile a un gin tonic in termini di long drink ma con protagonista il malto. Ci dà un ventaglio di sensazioni diverse da quello che offrono i gin, il cui mercato forse è anche saturo. I produttori stanno esplorando tutti gli aspetti possibili del gin, quindi se da un lato ci fa comprendere come sussistano ancora spazi di business, d’altro canto forse il cliente inizia ad esplorare territori magari meno battuti. Tra gli altri segmenti, l’agave è molto interessante. il whisky era un focus di qualche anno fa ma si sta riprendendo alla grande in quest’ultimo periodo. Il rum è un prodotto molto versatile con tante sfaccettature, va tanto in miscelazione, specie nei nostri signature drink, mentre i clienti che vengono per berlo in purezza non sono molti. Sicuramente la tendenza generalizzata è che si beve meglio rispetto a qualche anno fa. Ed in questo una parte importante è svolta dal bere responsabile che veicoliamo noi operatori del settore. Io dico che dobbiamo essere testimonial del bere di livello, rendere più esclusiva ed appagante l’esperienza sotto l’aspetto edonistico. D’altronde non si cerca più lo sballo di anni addietro. In merito alla tipologia di gusti, ho sempre notato alcune differenze fra clientela italiana ed internazionale. La prima è legata a una tipologia specifica di cocktail e più restia a provare qualcosa di inedito mentre la seconda è più open minded e influenzabile dagli operatori. Si lascia guidare e questa è una cosa bella perché ci dà più soddisfazioni nel nostro lavoro. Secondo me noi in Italia siamo ancora più avvinghiati ad alcuni stereotipi, specie nel mondo nei vini  a partire dagli abbinamenti che vengono da abitudini consolidate della vecchia scuola”.

Non poteva mancare una riflessione sugli sviluppi futuri di un locale che The 50’s Best Bars ha collocato al ventunesimo posto nella classifica dei migliori bar al mondo. “Il Drink Kong – conclude Mancusida grande vuole portare in tutto il mondo la sua offerta di miscelazione inclusiva e accessibile a tutti.  Vogliamo avere sempre quell’accento internazionale che ci ha contraddistinto fin dagli esordi ma magari posizionandoci in altre città dalla scena molto interessante quali Milano, Dubai, Tokyo, New York, Londra.  È un nostro sogno, non c’è nulla di concreto. Esportare il marchio è sempre qualcosa che ci aiuta a far conoscere la nostra proposta del bere di un certo livello, con una tipologia di cocktail bilanciati e una qualità di servizio impeccabile. Questo è uno degli obiettivi e dei sogni del Drink Kong.”

+info:
www.drinkkong.com
www.diageo.com

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