Il calo dei consumi non tocca la birra made in Italy che fa registrare una significativa crescita dell’export (oltre due milioni di ettolitri, +11.6% rispetto al 2010) e traina la produzione raggiungendo nel 2011 i 13milioni e 410mila ettolitri (+4.7% sul 2010). Risultati positivi che tengono alto anche il livello occupazionale: negli oltre 400 impianti italiani, infatti, (di cui 14 stabilimenti industriali di birra e 2 di malto) lavorano più di 144mila addetti, fra produzione e commercializzazione. Il settore, che garantisce oltre 4 miliardi di euro di entrate allo Stato, si conferma un ottimo punto di riferimento per l’indotto del Paese. Una delle eccellenze del comparto si trova nel Lazio. Si tratta della Saplo, la più antica malteria italiana, che vanta numeri di successo: 18.000 ettari coltivati ad orzo, 12 milioni di euro il valore di orzo raccolto, 39.000 tonnellate di malto prodotto. Fondata nel 1938 e operativa a Pomezia dal 1964, la società fa parte del Gruppo Birra Peroni, che da sempre controlla tutte le fasi della filiera, from grass to glass, con particolare attenzione alle materie prime considerate di fondamentale importanza per un prodotto di qualità.
Nella produzione della birra, l’orzo, trasformato poi in malto, costituisce la principale materia prima, e una positiva opportunità per il settore agroalimentare. E’ nella malteria che l’orzo viene fatto germinare, quindi viene essiccato ed eventualmente torrefatto. Processi che conferiscono poi l’aroma base e il colore tipico delle diverse tipologie di birra. L’azienda laziale oggi è la più grande d’Italia, e garantisce il 70% del fabbisogno di malto di Birra Peroni. Grazie a circa 1100 contratti di coltivazione che stipola direttamente o attraverso partner locali per il supporto logistico con agricoltori del Centro-Sud Italia, rappresenta un indotto importante anche per il territorio. Da più di tre generazioni gli agricoltori, in particolare delle zone del Lazio, Molise, Abruzzo e Umbria, sanno di poter contare su un valido partner che garantisce loro l’appartenenza ad una delle più storiche e attive filiere d’Italia. Dal 1964 la produzione della malteria è di fatto triplicata, arrivando oggi a 39.000 tonnellate annue. “Questa crescita è stata possibile grazie al supporto dei nostri partner agricoli – ha spiegato il direttore dello stabilimento Saplo, Michele Cason – attraverso il continuo miglioramento delle tecniche colturali e l’introduzione di varietà di orzo sempre più produttive e resistenti. Ciò ha consentito rese record per il raccolto 2012, fino a 9 tonnellate di orzo all’ettaro. Per rimanere sempre competitivi – ha concluso il direttore – è necessario innovare continuamente e per questo ci avvaliamo inoltre di istituti di ricerca all’avanguardia quali l’Università di Agraria di Perugia e la VLB di Berlino”.
Birra Peroni è un’azienda italiana che fa parte del Gruppo multinazionale SABMiller plc, secondo produttore di birra al mondo, presente in più di 75 Paesi sui sei continenti e quotato in borsa sia a Londra che a Johannesburg, con una produzione di 218 milioni di ettolitri, oltre 200 marchi in portafoglio ed un organico di più di 70.000 dipendenti. La produzione annua di Birra Peroni ammonta a oltre 4,7 milioni di ettolitri, dei quali oltre un milione vengono esportati per un fatturato di circa 500 milioni di euro. I marchi prodotti e commercializzati da Birra Peroni sono: PERONI, la birra più venduta e conosciuta in Italia, NASTRO AZZURRO, la birra italiana più venduta all’estero, PILSNER URQUELL, considerata una delle migliori birre al mondo ed altri prestigiosi marchi nazionali ed internazionali come MILLER, TOURTEL, PERONI GRAN RISERVA, PERONI GRAN RISERVA ROSSA, PERONCINO, RAFFO e WUHRER. Birra Peroni nata a Vigevano nel 1846 è diventata, grazie al successo dei propri marchi, una delle maggiori realtà imprenditoriali Italiane ed oggi uno dei simboli del Made in Italy grazie alla conquista, con Nastro Azzurro, di mercati importanti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia ed in altri 50 Paesi.
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