Entro il 2025 la marca commerciale raddoppierà la sua quota di mercato arrivando ad una penetrazione media del 50%: secondo le previsioni effettuate da Euromonitor insieme a PLMA e Rabobank, in questo percorso a farne le spese saranno soprattutto i marchi industriali minori (i cosiddetti B-brands) mentre i marchi industriali leader (A-brands) reggeranno il confronto . Diverse le ragioni a supporto di tali previsioni.
In primo luogo, poiché lo sviluppo della marca commerciale è legato al grado di modernizzazione del retail è facile aspettarsi che la crescita della marca commerciale avverrà di pari passo al consolidamento della distribuzione moderna nei mercati più evoluti (Europa Occidentale, Stati Uniti e Australia) ma, soprattutto, allo sviluppo della stessa nei mercati emergenti (Europa Centrale e Orientale, Russia e Turchia). In secondo luogo, la crescente sensibilità al prezzo, alimentata dall’attuale crisi economica e dall’espansione del discount, porterà ad impiegare la marca commerciale come strumento di differenziazione e valorizzazione del servizio. In particolare, i distributori tenderanno ad investire In terzo luogo, lo sviluppo della marca commerciale sarà favorito dalla crescente professionalità dei copackers, molti dei quali sono fornitori minori che decidono di produrre per il retailers al fine di conseguire economie di scala e rafforzare la propria posizione di mercato. Infine, la marca commerciale si conferma, comunque, per il retailers un importante strumento per sostenere la competizione e accrescere il potere in fase di negoziazione con l’industria.
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