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Sensori di movimento, schermi touch, sistemi automatici per il riassortimento. Ma anche banchi più bassi, come nelle piazze dei vecchi mercati rionali, per poter guardare negli occhi gli altri acquirenti. Perché la spesa dev’essere innanzitutto un momento sociale.

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Una buona notizia per tutti gli acquirenti: la spesa del futuro sarà meno faticosa. Nel supermercato che Coop Italia sta allestendo per Expo Milano 2015, infatti, il percorso è strutturato in discesa, per rendere l’esperienza di shopping più gradevole e facilitare il rifornimento. Peraltro, sistemi automatici consentiranno un riassortimento dei prodotti più rapido di quanto avviene attualmente nei supermercati. Ma nel Future Food District le innovazioni non finiscono certo qui. Con un effetto di ‘realtà aumentata’, lungo i banchi saranno disposti sensori di movimento che, all’avvicinarsi del consumatore, proietteranno su uno schermo touch da 20 pollici le informazioni sul prodotto indicato. Altri touch screen si troveranno lungo le pareti perimetrali. In uscita, inoltre, una parete di 17×5 m mostrerà in tempo reale un’infografica dinamica con i dati relativi a prodotti più acquistati, persone in entrata, numero di informazioni richieste, ecc.

Quest’esperienza avveniristica sarà fredda e asettica?
Tutt’altro. Banchi più bassi degli scaffali di un normale punto vendita (e più simili ai tavoli di un vecchio mercato) garantiranno maggiori possibilità di incontro, com’era nelle piazze medievali. Parola di Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, che abbiamo intervistato.

Come stanno cambiando le abitudini a tavola del nostro Paese?
Siamo indubbiamente in una fase di grande cambiamento. La crisi economica ha accelerato tendenze che vedono un consumatore molto attento alla sostanza delle cose, alla salute, più esigente e più informato, meno consumista. Sta crescendo l’esigenza di avere più informazioni chiare e semplici, come cresce la domanda di rispetto dell’ambiente, di valorizzazione dei territori e di ciò che è genuino; le persone sprecano meno e questo è un fatto economico, ma anche culturale. In sostanza nel cibo e nei beni di largo consumo si afferma una domanda meno massificata, orientata sì alla convenienza ma anche al viver bene.

Quali esigenze vuole soddisfare il Supermercato del Futuro?
È in linea con le tendenze che abbiamo appena descritto. Non è un caso che proprio il concept di partenza abbia preso origine da un’esperienza vissuta. Si basa infatti su un progetto denominato “GeoCoop”, vincitore di un contest interno a cui hanno partecipato dipendenti under 35, persone che normalmente vivono negli spazi di vendita.
La richiesta di genuinità e la trasparenza delle informazioni stanno alla base di quel progetto e condivise con Carlo Ratti e il suo team hanno assunto valenze innovative grazie a una tecnologia non fine a se stessa, ma al servizio delle persone. Ci piace presentare questo supermercato come una piazza aperta, un paesaggio orizzontale in cui oltre 1.500 prodotti, distribuiti in cinque vie corrispondenti a cinque filiere (latte, caffè e tè, cereali, carni e pesce, ortofrutta e vino) comunicheranno tutte le informazioni di cui sono depositari e sarà il visitatore a formulare le domande con un semplice gesto della mano. Il supermercato non è un laboratorio, ma un punto vendita reale: funzionerà, venderà e consentirà un’esperienza di spesa molto diversa dall’attuale. Ma andremo anche oltre, perché al supermercato si affianca l’Exhibition Area in cui presenteremo tecnologie e metodologie per il controllo di qualità sui prodotti, per combattere frodi e falsificazioni, esempi di possibili processi produttivi di domani come le fattorie del mare o le pareti di alghe, l’aula didattica in cui ospiteremo 350 classi di studenti: i consumatori del futuro.

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Tra gli elementi d’innovazione che mostrerete, quali si potranno ritrovare nei vostri punti vendita?
Intanto il fatto che non si tratti appunto di una vetrina, ma di uno spazio reale dove l’esperienza di vendita è possibile la dice lunga sulla sua applicabilità anche al di fuori di Expo Milano 2015. Ciò non significa che domani sia perfettamente replicabile; concepiamo il Supermercato del Futuro come una sperimentazione in cui verificare le soluzioni più gradite ai visitatori da introdurre gradualmente nella nostra rete di vendita.

Recentemente avete ospitato sulla vostra rivista Consumatori un’intervista a Paolo De Castro sul Ttip: quali sono le vostre aspettative sull’esito di queste trattative?
Il trattato può essere un’opportunità per le aziende agroalimentari italiane, ma questo non deve assolutamente avvenire a discapito dei consumatori. Per noi è fondamentale non ridurre in alcun modo gli standard di sicurezza, così come sono altrettanto importanti la chiara esplicitazione delle provenienze geografiche, le informazioni sui prodotti e la tutela di Dop e Igp.

Seguiamo con attenzione gli sviluppi del negoziato, ma il Governo dovrebbe dare maggiori informazioni. I contenuti di un possibile accordo Ttip è indispensabile che siano pubblici e sottoposti alla valutazione dei cittadini. In particolare, va garantito che non penalizzino la sicurezza alimentare, ambientale e la trasparenza delle informazioni ai cittadini. Auspichiamo che il negoziato raggiunga un esito positivo, ma a partire da questi irrinunciabili aspetti.

fonte: magazine.expo2015.org/cs/Exponet/it/innovazione/marco-pedroni–nel-supermercato-del-futuro-sara-piu-facile-incontrarsi

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