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AAA Amaro Ama Amaro. Martini nel suo format Caffè Torino ha radunato lunedi 3 dicembre nella sua celebre Terrazza  al cospetto della Madonnina esperti e appassionati del settore per parlare di amaro. L’occasione la presentazione della mappa palatale “Ama l’amaro” di Niki Segnit, autrice del libro “La Grammatica dei sapori e delle loro infinite combinazioni”. La ricerca condotta ha dato risultati molto chiari e definiti sul sapore amaro, gusto in ascesa, protagonista principe del Negroni ad esempio, uno tra i cocktail più venduti al mondo.

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“L’idea del gusto amaro è molto cara al consumatore italiano, anche se i nuovi trend di questo gusto ci stanno dimostrando che è un concetto che oltre a far parte della nostra storia si sta allargando anche al mondo dell’aperitivo a livello globale- le parole di Roberta Mariani, Global Ambassador di Martini – Quando parliamo di amaro solitamente lo facciamo in maniera singola, quello che è emerso dallo studio è il fatto che l’amaro ricerca a sua volta l’amaro, in un abbinamento per concordanza, per questo per esempio il Negroni è un best seller che sta aumentando la sua popolarità e diffusione a livello mondiale”.

“Ama l’amaro”, un’interessante esplorazione visiva nel mondo dell’amaro che mira ad ispirare consumatori, bartender e chef affinché prendano in considerazione gli ingredienti amari e le innumerevoli possibilità di combinarli in modo creativo. L’amaro genera l’amaro. In Italia si cresce con la cultura del caffè nero forte, degli amari e digestivi quindi è proprio qui che più facilmente si sviluppa l’abitudine a questo gusto. L’amarezza è un gusto “semplice” per gli italiani. Questo sapore dalla qualità intrinseca all’aperitivo perché pensato per stimolare l’appetito, testimonia il recente l’interesse verso gli alimenti vegetali, da cui deriva una grande parte dei sapori amari del mondo. Il “bitter” si differenzia dagli altri gusti per il fatto di non essere “misurabile”. Esistono diversi modi per determinare i livelli di acidità, dolcezza o sapidità, ma l’amarezza sfugge alla misurazione. Il fatto di percepire un ingrediente come più o meno amaro, dipende dalla natura e dalla quantità dei nostri recettori. Un amaro che trova alleati come il cioccolato. “L’amaro è un sentore fondamentale nel cioccolato”- spiega il pastry chef Filippo Novelli della Perla di Torino che ha creato un tartufo fatto di massa di cacao dell’Uganda, Fava di cacao dal Guatemala e nocciola trilobata che si abbina per assonanza di sentori con il cocktail Martini Negroni. Un tartufo dai sentori amaricanti e acidi e con una lunghissima persistenza retrolfattiva di caldo aroma di cacao, che lascia il palato pulito, accostamento in grado di esaltare al meglio le caratteristiche organolettiche del drink.”

L’occasione è stata propizia anche per parlare di Slow Drinking, un progetto in chiave di responsabilità sociale in cui Martini crede molto come spiegato da Manuel Greco, Advocacy Manager di Martini. “Crediamo nel bere responsabile, una cultura che promuoviamo nel mondo del bartending come pilastro della nostra strategia di responsabilità sociale, promuovendo un consumo responsabile e un miglioramento continuo dell’ambiente con best practies come l’eliminazione di cannucce o la diminuzione del peso del packaging dei nostri prodotti. Incoraggiamo una filosofia LDA legale drinking age, con dieci principi che vanno dal consumo alla degustazione, prevedendo di bere sempre dell’acqua, abbinare del cibo al drink, scegliere il bicchiere giusto e prendersi il giusto tempo per il drink”. Per quanto riguarda il trend dell’amaro nel 2019 secondo Niki Segnit continuerà a svilupparsi la tendenza dei sapori amari nel 2019, in particolare alla luce di una riduzione degli zuccheri e della crescente popolarità delle diete a base verdura. E alla Terrazza Martini con i drink preparati dal team del Rita & Cocktails di Milano c’è stato un assaggio di questo trend.

www.martini.com

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