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E’ una primavera d’oro che non dimenticheranno facilmente dalle parti di Bolgheri, precisamente in collina Masseto. Un nome che è diventato sinonimo di un grandissimo vino, da quando uscì sul mercato la prima bottiglia 1986, etichettata semplicemente come Merlot, il nome in etichetta Masseto appare l’anno successivo nel 1987. Un vino dalla tradizione tutto sommato recente, un merlot in purezza dalle rese bassissime su suolo argilloso che sta scrivendo la storia dell’enologia italiana. A distanza di trent’anni l’annata 2016 di Masseto ha ottenuto il prestigioso 100/100 da Robert Parker, uno dei più influenti critici internazionali con “The Wine Advocate”.

Un riconoscimento che segue i 100/100 della strepitosa annata 2015, punteggi stellari che sono arrivati direttamente dalla mano della corrispondente della rivista specializzata americana Monica Larner che ha premiato per il secondo anno di fila un emblema dell’enologia nostrana come il Masseto. Per il Masseto anche un altro primato, quello di essere il primo vino italiano a conquistare per tre volte il massimo punteggio da “The Wine Advocate”, visto che la prima volta avvenne con l’annata 2006 premiata a seguito di un approfondimento durante una verticale.

Un mese d’aprile sotto la luce dei riflettori per il Masseto che dal 2019 può fregiarsi anche di una vera e propria tenuta. L’inaugurazione della cantina Masseto è avvenuta qualche settimane fa a Bolgheri alla presenza del gotha del vino italiano e non solo, visto che si tratta di uno dei pochi esempi di etichette italiane che possono competere non solo in termini di qualità ma anche di quotazioni e di blasone con altri vini di fama mondiale, Chateaux di Bordeaux e Cru di Borgogna in primis. “L’idea della cantina nasce nel 2011, per identificare anche un luogo fisico, una casa per un grande vino – le parole del Ceo, Giovanni Geddes da Filicaja – Masseto passa dall’essere un grande vino a diventare una vera tenuta, in un territorio non più delimitato dalla Tenuta Ornellaia che ha ospitato per anni la produzione e i vini. Gli appassionati potranno visitare questa cantina, non sarà aperta al pubblico, ma inviteremo i grandi appassionati di grandi vini, collezionisti, i grandi clienti”. La progettazione della cantina esclusiva Masseto è stata affidata allo Studio Zito e Mori, Maurizio Zito originario dell’Irpinia, Hikaru Mori di origini giapponesi. “E’ un’occasione importante per dare a questo grande vino la giusta dimensione, una dimora nel pieno rispetto dell’ambiente facendo in modo che dall’esterno venisse rispettato e salvaguardato il paesaggio con un intervento riconoscibile nel vino Masseto per fare riconoscere il luogo di produzione dove andrà ad evolversi e affinarsi”.

Una cantina interrata in diversi livelli nella collina con sopra i vigneti, con una cava sotterranea che richiama il suolo argilloso blu simbolo del Masseto. Per la struttura architettonica è stato utilizzato calcestruzzo gettato in opera, all’interno acciaio inox e vetro, mentre sulle pareti si trovano delle stratificazioni geologiche che lasciano intravedere il suolo da alcune fessure. L’umidità è regolata da alcuni specchi d’acqua nel pavimento, un progetto di 2500 metri quadri realizzati per avere un ciclo produttivo a caduta. Di grande fascino è sicuramente il Caveau Masseto che contiene dei veri propri gioielli, dalla prima annata 1986 sino all’ultima in commercio la 2015. Una struttura nascosta a forma di cubo da una parete rivestita in pietra con al centro un reticolato di acciaio. Luce soffusa, spazi insonorizzati, austerità, stile. A fare rumore sono semmai le quotazioni che oscillano intorno agli 800 euro in su per ogni nuova annata, per una cantina che ama scommettere anche sui giovani e sulle donne visto che l’enologa di Tenuta Masseto si chiama Eleonora Marconi ha 32 anni e un futuro luminosissimo davanti. La direzione di Masseto è affidata ad Axel Heinz, la cantina bolgherese è uno dei gioelli più luminosi di una grande famiglia del vino come i Frescobaldi. Nel 2012, quando fu battuto il millesimo 2007 di Masseto all’asta Sotheby’s a New York, raggiunse la cifra record di 50.000 dollari per un Nabuchodonosor, ovvero un formato da quindici litri. La distribuzione del Masseto ad eccezione del mercato per Italia, Usa e Canada dove avviene in maniera diretta,  nel resto del mondo è affidata ai francesi, 15 prestigiosi negociant de la place de Bordeaux.

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