Sabato sera 4 ottobre, per concludere un’attività internazionale che ogni anno coinvolge molti Paesi, si è svolta una gara tra i migliori Bartender, prima vincitori nella propria nazione. Per l’Italia il neo campione Pulcherio Scutti (a destra nella foto), de La Quercia di Termoli, che ha trionfato davanti a migliaia di persone sul grande palco della manifestazione. L’italiano, arrivato alla finalissima, ha sbaragliato la concorrenza del Bartender ceco e di quello polacco, che nella cultura della birra sono maestri, aggiudicandosi il primo posto. Una vittoria mondiale di grande prestigio per Scutti e per l’Italia che, per la prima volta in assoluto, si aggiudica questo riconoscimento internazionale, dopo il grande secondo posto di Giacomo Fogli lo scorso anno.
«Questo riconoscimento, di cui siamo tutti profondamente emozionati e orgogliosi, testimonia la grande passione e l’interesse sempre maggiore che l’Italia dimostra nei confronti del mondo birrario e, in particolare di Pilsner Urquell, prodotto straordinario e dalla storia impareggiabile che, ogni giorno di più, è la scelta di moltissimi Bartender che si innamorano dell’autenticità e della grande qualità di questa birra» dice Luca Beretta, Business Unit director di Pilsner Urquell Italia. A premiare Pulcherio Scutti, il famoso brewmaster di Pilsner Urquell, Václav Berka, e Paolo Lanzarotti Managing Director – Czech and Slovak Republics per SABMiller.
«Quando ho vinto la competizione in Italia è stata sempre più forte in me la convinzione di dover lavorare ancora meglio sia per raggiungere i risultati importanti, come quello che ho appena ottenuto, sia per offrire un servizio sempre più professionale al cliente. Il secondo è il più importante perché è il lavoro di tutti i giorni che mi premia» racconta Pulcherio Scutti. «Per affrontare questa finale internazionale ho studiato tanto, ho perfezionato il mio inglese, e sono arrivato preparato ma con la leggerezza di non aver nemmeno fantasticato di vincere. Quando sono salito sul palco per la proclamazione c’erano attimi in cui pensavo di potercela fare altri in cui mi dicevo che non sarebbe mai potuto essere. Le prove erano andate molto bene ma mi scontravo con mostri sacri della spillatura, entrambi bravissimi: il concorrente ceco e quello polacco. Quando mi hanno chiamato mi sono inginocchiato in senso di rispetto per la Pilsner Urquell, per la sua storia e come umile innamorato» prosegue «Vorrei che questa esperienza fosse l’occasione per portare in Italia una formazione sempre maggiore che ci permetta di lavorare sempre meglio con l’obiettivo educare i clienti a saper bere la birra. C’è tantissimo lavoro da fare nel nostro Paese ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato».
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