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Doppio compleanno, doppia celebrazione. Matusalem Rum dà il via ai maxi festeggiamenti per il ventennale del Rita&Cocktails, locale simbolo del Naviglio Grande di Milano, con un incontro dedicato alla storia e alle novità del brand, in occasione del proprio secolo e mezzo di vita.

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Centocinquanta candeline, raccontate dal Head of Consumer Experience Hektor Monroy, dalle origini all’epoca moderna. Un liquido “senza tempo, elegante e pioniere”, ispirato al Methuselah del Vecchio Testamento, vissuto per 969 anni: un collegamento essenziale per trasmettere l’idea di invecchiamento di qualità, cui il marchio si rifà con orgoglio, insieme allo spirito libero ed elegante certificato dal simbolo dell’azienda, la rondine. Pare infatti che all’apertura della distilleria, a Cuba, stormi di questi uccelli leggeri e caratteristici abbiano cominciato a nidificare proprio lì. “È inoltre simbolo di luce, giorno. Perché lavoriamo in trasparenza e non nascondiamo nulla”, spiega Monroy.

Fondato nel 1872 dai fratelli Benjamín e Eduardo Camp, con il loro partner, Evaristo Álvarez, Matusalem vive un’esplosione di notorietà durante il Proibizionismo (1919-1933), quando l’alta società statunitense scopre il rum durante i frequenti viaggi alcolici nella vicinissima Cuba, che a sua volta sta carburando nella propria Età dell’Oro. Matusalem è già presentissimi nelle bottigliere della Isla, e gli yankees forestieri, per colore, design e bevuta lo definiscono the cognac of the rums. L’immancabile Ernest Hemingway, che di Cuba fece una seconda casa, fu notorio bevitore di Matusalem.

Lo stesso Fidel Castro fu grandissimo estimatore di Matusalem, tanto da diventarne, paradossalmente, il primo avversario: con l’imposizione del Lider Maximo nel ’59, la distilleria è posta sotto un assedio commerciale per l’espropriazione; i proprietari e fondatori di Matusalem rifiutano di vendere, vedendosi costretti ad abbandonare il paese. La produzione si interrompe e resterà così per quasi quarant’anni.

Sarà Claudio Alvarez, quarta generazione della famiglia fondatrice, a riaprire la distilleria in Repubblica Dominicana, mantenendo l’assetto di produzione originale grazie a suolo e clima simili a quelli cubani. El Doctor (che si era laureato negli anni Novanta) supervisionerà inoltre il passaggio da rum di melassa, a rum di puro succo di canna da zucchero. Oggi è la master blender Cynthia Vargas a tenere le redini del processo creativo e operativo (sono donne anche le direttrici marketing e vendite), che vede al centro l’ormai celebre metodo solera: un percorso di invecchiamento con passaggi in più botti, travasate di un terzo alla volta in quelle successiva, fino al riempimento dell’ultima dopo dodici anni. Tocco distintivo, la segunda crianza, un secondo momento di arricchimento in botte la cui durata è variabile.

Matusalem, distribuito in Italia da Gruppo Montenegro, è oggi presente in 45 paesi, che diventeranno 62 con l’aumento della presenza pubblicitaria in occasione dei 150 anni, ulteriormente impreziositi da un costante rapporto con la modernità. Il modernissimo sito di produzione in Repubblica Dominicana si basa su politiche di attentissimo rispetto dell’ambiente, forte addirittura di un sistema di osmosi inversa che permette di purificare l’acqua e non sprecarla. A ciò si aggiunge un pionieristico laboratorio di analisi per food pairing, all’interno del quale le molecole del distillato vengono separate tramite cromatografia, e unite a molecole di altre diecimila possibili componenti, che come risultato finale danno il pairing perfetto.

Al Rita, che per i propri vent’anni ha stilato un programma di assoluto livello, tra masterclass, incontri e guest shifts, sono andate in degustazione le etichette simbolo della gammadi Matusalem: Gran Riserva 15, il più riconosciuto e identitario, morbido, intenso, complesso. Gran Reserva 23, eccellenza del Solera tipico dell’azienda, più speziato e persistente, di interessantissima levatura in bevuta liscia. E Insolito, “il primo luxury rosè rum al mondo”. Lanciato a Singapore nel 2019, fa dodici mesi di Solera, poi chiarificato con filtraggio a carbone, prima di ulteriori tre anni in botti ex-Tempranillo e un’aggiunta impercettibile di Gran Riserva 15. Previsto inizialmente in sole settemila bottiglie per negozi di lusso, è stato immediatamente richiesto dai bartender di tutto il mondo, spingendo il brand a proporre una seconda edizione limitata di ventimila casse.

 

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