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La festa della donna può e deve essere un’occasione per riflettere, anche nel mondo del bar. Ha ancora senso fare distinzioni fra barman e barlady? Serve davvero continuare a organizzare competition dedicate a sole bartender? È normale stupirsi per il successo di una figura manageriale di sesso femminile? C’è seriamente il bisogno di sottolineare che il Bartender dell’Anno è un volto rosa? Gli spunti, quando si parla di differenze di genere, purtroppo (e per fortuna) non mancano mai. 

In occasione di questo 8 marzo 2024, ho deciso di dare quindi la parola al “Personaggio” (la “P” maiuscola è decisamente voluta) che più di tutti gli altri negli ultimi anni sta rompendo questi tabù nel nostro Paese: Martina Bonci. La Bar Manager di Gucci Giardino 25, primo cocktail bar della maison incastonato come un diamante in Piazza della Signoria a Firenze, si è appena aggiudicata appunto il titolo di “Bartender dell’Anno” promosso da Compagnia dei Caraibi, in collaborazione con Rum Diplomático. Un riconoscimento che va ad aggiungersi a una già ricca lista di premi nazionali e internazionali che la bartender (e non barlady) di origini umbre ha ottenuto grazie tanto al suo lavoro manageriale quanto ai suoi drink unici, a partire dall’iconico Mémoire di Negroni.

Martina, ha ancora senso nel 2024 fare distinzione fra barman e barlady?
“Non mi preoccupo tanto dei vari termini come barman, barlady, bartender o barista. Quando ho cominciato questo lavoro e immaginavo il mio futuro dietro al bancone, mi sentivo semplicemente una persona dell’ospitalità. Il mio obiettivo principale è sempre stato far sentire le persone a loro agio, accogliendole e rendendo la loro esperienza memorabile, suscitando emozioni e riportandole a momenti significativi della loro vita”.

Qual è il problema reale oggi?
“Mi spiace vedere che alcune persone faticano ancora a considerare una donna come un Bar Manager o in una posizione di leadership. Non immaginate quante volte mi sia capitato di vedere l’espressione sorpresa sul volto delle persone quando chiedevano di incontrare il Manager del locale, solo per scoprire che ero io, o quando apprendevano che i drink che avevano appena gustato e apprezzato erano stati creati da me”.

Un problema di mentalità dunque… Come si può risolvere secondo te?
“Ritengo che sia fondamentale cambiare la percezione ancora diffusa secondo cui una donna non possa assumere ruoli di leadership e guadagnare il rispetto del suo team, non solo occupandosi dell’aspetto operativo, ma anche gestendo l’attività nel suo complesso”.

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