Pinterest LinkedIn

Assobirra, l’associazione dei birrai italiani, ha appena pubblicato il Report 2008 che fornisce un consuntivo problematico per l’annata 2008 del settore in Italia. Il dato più preoccupante è il calo dei consumi del 4% rispetto al 2007 con un pro-capite che è ridisceso sotto la soglia del 30 litri. La produzione interna è invece calata solo dell’1,4% grazie alla forte impennata delle nostre esportazioni di birra. Restano alte le importazioni che continuano a pesare per il 34% del totale consumi.


Le stime Assobirra per il 2008 sono alquanto negative: i consumi si sono portati a 17,8 mio hl con una diminuizione del 4% rispetto al 2007 e, pertanto, il consumo pro-capite è sceso a quota 29,4 litri/anno. Tuttavia, secondo Assobirra, non siamo più il fanalino di coda nei consumi pro-capite europeei, in quanto la Francia ha fatto peggio di noi e si è ora portata ad un pro-capite più basso del nostro (appena 28 litri !!!). A parte l’annata metereologica non positiva e la crisi economica (che colpisce soprattutto i consumi fuori casa), Assobirra lamenta anche un eccessivo carico fiscale sui prodotti. Anche la produzione interna ha avuto un calo dei volumi, ma più contenuto, grazie al boom delle esportazioni. Nel 2008 abbiamo prodotto 13,3 mio hl di birra con un calo dell’1,4% rispetto al 2007. Le esportazioni sono balzate a 1,5 mio hl con un aumento del 41%, mentre le importazioni sono calate a 6,0 mio hl (-2% sul 2007).

IL MERCATO DELLA BIRRA IN ITALIA

Anno

Produzione
 (000 Hl)

Importazioni
(000 Hl)

Esportazioni
(000 Hl)

Consumi
(000 Hl)

Procapite
(Litri)

2004

13.170

4.873

(849)

17.194

29,6

2005

12.798

5.258

(716)

17.340

29,9

2006

12.818

5.814

(781)

17.851

30,3

2007

13.462

6.119

(1.068)

18.513

31,1

2008

13.273

5.996

(1.503)

17.766

29,4

Fonte: Elaborazioni INFOBIRRA Beverfood su dati ASSOBIRRA

“Il bilancio che si può trarre è duplice- dichiara Piero Perron presidente di Assobirra nella introduzione al Report- Da una parte, i cali della produzione e dei consumi sono l’effetto evidente di una crisi economica generale che, a partire dalla seconda metà del 2008, si è manifestata con sempre maggior durezza e che, purtroppo, non mostra segni di rallentamento neppure in questo 2009: le rilevazioni relative al primo quadrimestre dell’anno indicano una diminuzione delle vendite del -9%, con un picco (negativo) a febbraio del -22%. Ciò non può non preoccupare un settore di grande rilievo per l’economia italiana, che genera un’occupazione complessiva di circa 130 mila posti di lavoro e che costituisce un’importante fonte di reddito per la produzione agricola nazionale. E ciò dovrebbe preoccupare anche chi – Istituzioni e forze politiche – sembra invece periodicamente esposto alla tentazione di cercare nuove risorse proprio ai danni del settore birrario, aumentandone ulteriormente le imposte su consumi e produzione”.

La gran parte delle birre consumate in Italia (oltre il 51%) appartiene alla categoria delle c.d. “birre standard/main-stream” cioè le lager nazionali di media gradazione, con un posizionamento di prezzo popolare, una qualità media ed una destinazione di consumo universale. Ma le categorie di prodotto che sembrano crescere di più sono le “birre premium” e le c.d. “specialità”; queste categorie birrarie nell’assieme hanno ormai superato il 43% del totale. Le birre economiche (sulla prima fascia di prezzi) valgono solo il 3,5% e le private label sono quasi inesistenti (1,1%). mentre resta deludente il risultato delle analcoliche (meno dell’1%), nonostante nunerosi lanci di nuovi prodotti effettuati negli ultimi tempi.

I consumi domestici di birra rappresentano in Italia il 55% del totale quantità, mentre quelli fuori casa rappresentano il 45%. A valore, tuttavia, i consumi extra-domestici pesano di più, dal momento che nei pubblici esercizi la birra viene venduta a prezzi molti più elevati. Negli ultimi anni c’è stato un leggero, ma costante miglioramento a favore dei consumi fuori casa, che però con la crisi in atto, si è ora interrotto. Il canale Ho.Re.Ca. (oltre 200.000 locali trattanti) risulta strategico per l’affermazione delle birre più distintive e per i consumi di birra alla spina.

Il mercato italiano è alimentato per il 66% dalle produzioni nazionali e per ben il 34% da birre importate. In realtà l’Italia è il paese europeo che importa di più in rapporto al totale dei consumi. Si tenga inoltre conto che almeno altri 3 mio hl di birra prodotta in Italia riguardano marche estere prodotte su licenza nel nostro paese, quali Heineken, Budweiser, Henninger, Amstel, Fischer, Mc Farland, Tuborg, Carlsberg, Kronenbourg, Miller G. D., e altre ancora. La Germania da sola esporta oltre 3,4 mio hldi birre sul mercato italiano con una quota del 58% sul totale, in costante crescita negli ultimi anni. Olanda e Danimarca seguono al secondo e terzo posto, ma molto distanziate dalla Germania (rispettivamente 0,7 e o,5 mio hl

Per una più articolata analisi del mercato italiano della birra nel 2008 si rimanda al nuovo annuario Infobirra Italia 2009-10 in corso di pubblicazione

Se volete ricevere con regolarità la segnalazione di tutte le nostre news sul settore del beverage, iscrivetevi gratuitamente alla nostra bevernews. –> ISCRIZIONE

LE ALTRE BEVERNEWS DELLA SEZIONE: —-> birre

LE ALTRE DOCUMENTI DELLA SEZIONE: —-> birre

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Gruppo Meregalli - Specialisti di vini e distillati dal 1856

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter


Annuario Birra Birritalia 2024-25 beverfood

Scrivi un commento

dodici + 10 =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina