Nei primi otto mesi dell’anno le vendite di caffè porzionato (le monodosi di Lavazza piuttosto che di Nespresso, Illy o Kimbo) hanno sfiorato, secondo le rilevazioni IRI, una crescita del 20%; gli altri segmenti, moka, decaffeinato, cialde, grani sono tutti in calo, tra il 2,5 e il 9%. Il trend medio a valore del mercato del caffè è del -2,3% (-3,7% a volume). In altri termini il caffè espresso in capsula traina i consumi del caffè domestico, anche se il grosso del mercato resta sempre di competenza del caffè macinato per macchine moka.
I più veloci a fiutare il vento e saltare – con massicci investimenti in R&S e marketing – sul fenomeno del caffè in capsula sono state Lavazza e Nespresso, del gruppo svizzero Nestlé. Inoltre il gruppo svizzero ha allargato la sua presenza sul mercato con le capsule Nescafè Dolce Gusto. Altri player sono seguiti, come la recente partnership tra Illy, Kimbo e Indesit (partner tecnologico) e Caffè Vergnano (con le capsule Èspresso 1882, compatibili con le macchine Nespresso).
LAVAZZA: le capsule sono strategiche per lo sviluppo del gruppo piemontese. Nel mondo i sistemi chiusi hanno raggiunto una penetrazione di mercato di appena il 3% e, quindi gli spazi di crescita sono immensi. Per la casa piemontese il caffè porzionato pesa già per il 30% sul fatturato e crescerà ancora. Intanto Lavazza sta per lanciare (con Electrolux) la nuova Éspria, un’altra macchina che amplia la gamma dell’espresso casa “A Modo Mio”: l’obiettivo è di coprire tutte le fasce di prezzo.
NESPRESSO: continua irresistibile l’espansione con le boutique del caffè e le vendite di capsule online. Nel 2012 la Nespresso Italiana ha aumentato i ricavi del 18% a 213 milioni (+20% le capsule ma -8% le macchine), ha raddoppiato gli utili a 4,2 milioni e ha aperto sei nuove boutique. La rete dei negozi è salita a 33 (di cui 18 boutique in shop). Si stima che Nespresso possa avere una quota di mercato intorno al 45%. Intanto dal 1° ottobre Fabio Degli Esposti (ex dg di San Pellegrino International) sostituirà l’uscente dg Martin Pereyra.