Il presidente Zaghini: “Rimanere in casa ha favorito e compensato ciò che si è perso nella ristorazione. I consumi sono andati bene sia in Italia che all’estero.”
“La pandemia non ferma il Grana Padano che si conferma il prodotto DOP più consumato al mondo con un totale di 5.255.451 forme prodotte pari al +2,2% rispetto al 2019. 2.112.870 forme (da 37 kg) sono state destinate all’export che registra così una crescita del +3,4%. Il vero boom riguarda i consumi retail in Italia dove siamo cresciuti del +6,4% e dell’1,5% negli altri canali, con 2.900.000 forme vendute in Italia, pari al 59% del totale. Rimanere in casa ha favorito e compensato ciò che si è perso nella ristorazione e i consumi sono andati decisamente bene sia in Italia che all’estero. Il 2020 è stato quindi un anno che ci ha dato buoni risultati sui consumi complessivi ma che speriamo di non rivivere, anzi di tornare quanto prima alla normalità perché, al di là dei buoni risultati economici, ha portato con sé dolori, preoccupazioni e gravi lutti”. Con queste parole Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, ha fotografato l’andamento del Grana Padano nel 2020 durante l’Assemblea Generale del Consorzio.
DATI PRODUTTIVI ED EXPORT 2020
Il 2020 ha chiuso con una produzione complessiva di 5.255.451 forme (+2,2% rispetto al 2019), il 41% di formaggio marchiato esportato ed un conseguente 59% consumato in Italia. Con 2.112.870 forme (da 37 kg), l’export 2020 fa segnare una crescita del +3,43%. L’Europa, con 1.774.007 forme, assorbe quasi l’84% delle esportazioni di Grana Padano DOP, con un incremento del 4,98% rispetto al 2019. La Germania, con una crescita del 7,18%, consolida sempre più la posizione di primo destinatario per le esportazioni di Grana Padano DOP, per un totale di 567.028 forme. Al secondo posto assoluto si conferma la Francia con 242.586 forme, incrementando del 4,74%. Al terzo posto salgono i Paesi del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo), con un incremento complessivo del 3,80% e un totale di 166.734 forme, a spese degli Stati Uniti che, con una flessione del 8,91%, totalizzano un volume di 152.667 forme, scivolando al quarto posto nella graduatoria assoluta. Il Regno Unito, con un incremento del 9,81%, consolida il quinto posto con 146.206 forme, seguito da Svizzera e Spagna.
La produzione nel 2020 si è divisa per il 37,40% a favore delle Industrie e per il 62,60% a favore delle Cooperative. Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova, con 28 caseifici, ha prodotto il 29,83% del totale annuo. Seguono: Brescia con 29 caseifici e una produzione del 22,68%, Cremona con 9 caseifici e il 17,39% e Piacenza con 20 caseifici e il 11,61%. Il Veneto, con 25 Caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori Regione), ha prodotto il 14,39%.
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