Secondo i dati Symphony IRI il mercato italiano delle acque confezionate ha perso nel 2010 il 4,2% dei volumi con riguardo alle vendite nei canali Iper, Super e Self Service L’andamento è stato migliore nel canale discount, il che ha consentito un parziale recupero del calo registrato negli altri canali delle DM. I dati Nielsen, che fanno riferimento all’intero universo delle moderna distribuzione (discount compresi) indicano a fine 2010 un volume globale di vendita pari 7,88 miliardi di litri contro 8,0 del 2009 con un calo contenuto intorno all’1,5%. Anche per gli altri canali (retail tradizionale, porta a porta, horeca, catering e vending) vengono date indicazioni di perdita volume e, quindi, a livello complessivo può essere proiettata una stima per il mercato globale di un calo a quantità tra il 2% e il 3% rispetto al 2009, con un volume totale di consumi stimato in ca. 11,15 miliardi di litri nel 2010 contro ca. 11,4 miliardi del 2009.
Poiché l’industria italiana delle acque minerali riesce ad esportare quasi un miliardo di litri, mentre le importazioni sono del tutto marginali, il totale produzione nazionale è stimabile per il 2010 in poco più di 12 miliardi di litri. La diminuzione dei consumi 2010 risente chiaramente di una evoluzione climatica negativa (di fatto nel 2010 non abbiamo avuto la primavera) e la situazione economica difficile ha contribuito a frenare i consumi di tutte le bevande, acque comprese. Anche le campagne a favore dell’acqua del rubinetto, spesso tramutatesi scorrettamente in campagne contro l’acqua minerale, possono aver contribuito ad inserire alcuni elementi di freno, anche se la stragande maggioranza degli italiani rimane affezionata alle acque minerali.
L’acqua naturale non gassata ha avuto un andamento leggermente migliore ed ora rappresenta circa i due terzi del totale consumi in casa, mentre nei consumi horeca le tipologie frizzanti hanno un maggior peso, in considerazione di un più frequento utilizzo in accompagnamento ai pasti. Nell’ambito delle gassate è fortemente arretrata la “mediamente gassata” che negli ultimi anni era riuscita a conquistarsi uno spazio di rilievo. In termini di confezioni si conferma il primato della bottiglia PET da litro e mezzo, seguita dalla bottiglia PET da due litri particolarmente diffusa al sud. Ma i formati in maggior crescita sono la mezzo litro e le altre confezioni monodose destinate al consumo on the go, che hanno ormai superato il 10% a valore del mercato. Positivo anche l’andamento del formato PET da litro introdotto di recente da diversi brand nazionali.
Il settore delle acque confezionate fa riferimento a 165 società di imbottigliamento con circa 300 marche imbottigliate. Il settore mostra comunque un certo grado di concentrazione: i primi 5 gruppi imbottigliatori (Sanpellegrino, Sanbenedetto, Cogedi, Sant’Anna Vinadio, Ferrarelle) controllano all’incirca il 59% del totale produzione; gli altri 5 gruppi successivi (Norda, Spumador, Fonti del Vulture (Coca-cola), SGAM/Lete, Sangemini) controllano un altro 20% del totale mercato. Le operazioni di maggior rilevo nel settore negli ultimi mesi sono state le seguenti: acquisizione di Gaudianello da parte di Norda, passaggio della proprietà di Spumador al gruppo europeo Refresco e accordo tra Fonti Alta Valle e Pepsico Italia per la distribuzione dell’acqua Eva attraverso il circuito Pepsico.
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