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Secondo i dati di AssoBirra, l’Associazione che rappresenta i produttori industriali e artigianali di birra e di malto, presentati al Cibus di Parma, c’è stata una “gelata estiva” delle vendite di birra sul mercato italiano, soprattutto nel canale fuori casa, che ha fatto segnare tra giugno e agosto 2011 il peggior risultato degli ultimi 10 anni. Ma il settore birrario nazionale ha poi invertito la tendenza nei restanti 4 mesi dell’anno, chiudendo in positivo rispetto all’esercizio 2010. E anche il primo trimestre 2012 lascia ben sperare, registrando una crescita a quantità del +2,9% rispetto a gennaio-marzo 2011, nonostante si tratti di mesi meno incisivi rispetto a quelli “caldi”.


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Risultati eccellenti li hanno registrato i marchi storici sui mercati esteri (export intorno 2 milioni di ettolitri con un +161% negli ultimi 5 anni) e, in Italia, la crescita delle nicchie di mercato come le birre di frumento, quelle di abbazia e le artigianali (il 3-4% dei volumi totali) che segnano margini di crescita nell’ordine del 10-20%, anche se rappresentano al momento solo il 3-4% dei volumi totali. I microbirrifici in Italia, ha fatto presente l’associazione, sono arrivati a quota 445, con la presenza di almeno un’azienda in ogni provincia. Capofila di questa tendenza è la Lombardia che conta ben 76 microbirrifici, seguita da Piemonte (54), Emilia Romagna (40), Toscana (38), Veneto (34) e Puglia (21). Parliamo di piccole aziende, in grado di impiegare mediamente da 1 a 3 persone (salvo rari casi, circa il 5% del totale, in cui si superano i 10 occupati) e con una media produttiva annua per azienda che si attesta sui 411 ettolitri.

+info: www.assobirra.it

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