Secondo l’ultimo rapporto ISMEA, si segnalano performance positive sui mercati esteri dai prodotti lattiero caseari made in Italy. La domanda domestica di latte e derivati in Italia non mostra però alcun segnale di ripresa nella prima parte del 2016. A livello internazionale l’offerta di latte dei principali Paesi esportatori si è complessivamente stabilizzata.
ESPORTAZIONI ITALIANE
Nei primi quattro mesi del 2016 le esportazioni di formaggi sono cresciute del 7,1% in volume e del 5,0% in valore, soprattutto grazie all’incremento delle vendite di freschi e latticini (+15,8% in volume e +14,4% in valore), grattugiati (+14,5% in volume e +10,4% in valore) ed erborinati (+3,3% in volume e +2,1% in valore). Fanno eccezione al trend positivo le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che nel primo quadrimestre 2016 hanno fatto registrare una flessione in termini di volume (-2,2%) a fronte diun proporzionale recupero delle quotazioni medie all’export rispetto ad un anno prima.
A livello di singoli paesi, la Francia continua a rappresentare il principale acquirente di formaggi italiani, sebbene la crescita registrata in termini di volumi (+5,5% nel periodo gennaio-aprile 2016) sia risultatainferiore rispetto a quanto evidenziato per i flussi diretti verso Germania (+8,4%) e Regno Unito (+14,0%). La rivalutazione dell’euro nei confronti del dollaro sta nuovamente impattando negativamente sulle esportazioni dirette verso gli Stati Uniti, con un calo significativo delle vendite di pecorino (-16,6% in volume) e Grana Padano e Parmigiano Reggiano (-2,8%).
Esportazioni italiane di formaggi e latticini per paese di destinazione
Per quanto riguarda le importazioni, nei primi quattro mesi dell’anno, sono aumentati gli acquisti dall’estero di formaggi e latticini (+2,6% in volume), sebbene si tratti di prodotti caratterizzati da un bassissimo valore medio all’import. Oltre ai freschi (+5,9% in volume), evidenziano una variazione positiva anche gli acquisti dall’estero di grattugiati (+10,5%), semilavorati tipo cagliate (+8,7%) e formaggi similgrana (+1,8% in volume).
In aumento anche l’import di yogurt (+23,5%), mentre è proseguita la contrazione dell’import di latte in cisterna (-13,3% in volume nel periodo gennaio-aprile 2016), soprattutto da Germania (-15,9%) e Francia (-8,5%) che, nonostante la dinamica in atto, continuano a rappresentare i due principali fornitori dell’industria nazionale. In calo anche gli acquisti dall’estero di latte confezionato (-10,2% in volume).
CONSUMI DOMESTICI IN ITALIA
La domanda domestica di latte e derivati non mostra alcun segnale di ripresa nella prima metà del 2016 e si conferma – insieme a carni e salumi – uno dei segmenti più penalizzati dalle scelte dei consumatori italiani, evidenziando una contrazione della spesa pari al 3,5% nel confronto con gennaio-giugno dello scorso anno.
Si conferma il calo – ormai strutturale – dei consumi di latte, con maggiore intensità per il fresco che per l’uht (rispettivamente -5,4% e -3,6% in volume), con l’unica eccezione del segmento “alta digeribilità”. Tra i formaggi, complessivamente in calo del 2,5% in volume e del 2,2% in termini di spesa, le maggiori flessioni interessano i semiduri sia in termini di spesa che di quantità, mentre si attenua il trend negativo per i duri. Gli unici segmenti a mostrare una dinamica positiva dei consumi sono lo yogurt e il burro, avvantaggiati anche dal calo dei prezzi e dalla pressione competitiva esercitata dai prodotti importati.
TENDENZE INTERNAZIONALI
Dopo oltre un anno di aumento ininterrotto della produzione, l’offerta di latte dei principali Paesi esportatori si è complessivamente stabilizzata. Vanno considerati, da un lato, i lievi incrementi registrati in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti e, dall’altro, il rallentamento della crescita delle consegne europee evidenziatosi in primavera a causa di condizioni climatiche sfavorevoli per il pascolo e del prezzo del latte ancora orientato al ribasso(stima di maggio è pari a 26,30 euro/100 kg).
Nonostante la flessione di aprile, il dato cumulato da inizio anno evidenzia un +5,6% delle consegne dell’UE-28 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, con una crescita particolarmente accentuata in alcuni paesi del nord Europa (Paesi Bassi +16% nel periodo gennaioaprile 2016, Irlanda +14%, Belgio +12%, Polonia +8%, Danimarca +7%, Germania +6%).
Produzione di latte e derivati gen-apr area UE 28
La produzione industriale dell’UE è stata sostenuta soprattutto dal buon andamento delle esportazioni verso i paesi terzi di formaggi e burro, aumentate rispettivamente del +14% e del +33% nei primi quattro mesi del 2016. Per quanto riguarda le polveri magre, la maggior produzione è stata prevalentemente destinata allo stoccaggio, considerando il sensibile calo delle esportazioni (-8,3% nel periodo gennaio-aprile 2016) soprattutto verso l’Algeria.
Fonte: ISMEA Dir. Serv. per lo Sviluppo Rurale a cura di Mariella Ronga
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