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Metanolo, questo il titolo del podcast che racconta lo scandalo del vino del 1986, per quella che viene definita a ragione come la più grande truffa agroalimentare dell’Italia. Un crimine terribile che ha distrutto l’economia vitivinicola degli anni 80, facendo vittime tra i consumatori ignari di quello che poteva succedere bevendo un semplice di vino alterato con il metanolo per aumentare la gradazione alcolica. Il podcast originale Spotify prodotto da Will Media e Boats Soundl, è tutto incentrato sul racconto dello scandalo del vino al Metanolo che ha avvelenato l’Italia nel 1986 ed è disponibile dallo scorso 20 gennaio.

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Una voce narrante quella di Giulia Delogu autrice di Will Media, che porta gli ascoltatori dentro una storia che narra una pagina davvero nera del vino italiano, un crimine a tutti gli effetti che all’epoca vide mobilitarsi procura e ospedali, con una grande eco anche nei confronti dell’opinione pubblica. Interviste ad alcuni dei protagonisti di allora, su tutti il Sostituto Procuratore di Milano Alberto Nobili che condusse le indagini, ma anche a parenti delle vittime e medici, che all’inizio per cercare di salvare i pazienti malcapitati arrivati in ospedale in condizioni gravissime utilizzavano il whisky, vista la reazione nell’organismo umano tra alcol etilico rispetto a all’alcol metilico, più noto come metanolo.

Cinque episodi della durata di circa 45-50 minuti ciascuno, dal primo Cin-Cin, alla seconda puntata Lo scandalo, passando attraverso Fiume Rosso e Dude e Mes sino ad Altri Piani. Si fanno anche i nomi dei colpevoli, la Ditta Vincenzo Odore e la Ditta Ciravegna, che dal Piemonte avevano immesso sul mercato il vino killer, inizialmente si pensava solamente alcuni quartieri di Milano, ma nel podcast si racconta di come il fenomeno diventò un caso nazionale e subito più allargato. Tra formule chimiche e dati produttivi sul vino italiano di quegli anni, dove a prevalere era la quantità rispetto alla qualità, il bilancio finale dello scandalo metanolo fu pesantissimo, con ventitrè morti e decine di persone con lesioni permanenti, cecità e danni neurologici.

Non mancarono i danni economici a tutta la filiera del vino italiano, il 1986 fu l’annus horribilis che si chiuse con una contrazione del 37% degli ettolitri e la perdita di un quarto del valore incassato l’anno prima. Una pagina buia della storia del vino nostrano tutta da ascoltare, per capire anche perché quella è stata una molla per una e vera propria rinascita del settore del vino italiano, che grazie a quella caduta è stato capace di rialzarsi recuperando l’interesse e la fiducia dei consumatori con riconquistando l’Italia e poi il mondo.

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