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Vent’anni tondi di matrimonio, festeggiati in uno dei luoghi più evocativi della famiglia. Carlo e Camilla di Borbone, discendenti della dinastia che contribuì a rendere grande il Regno delle Due Sicilie, hanno infatti celebrato il loro anniversario con famiglia, amici e rappresentanti del Movimento Neoborbonico guidato dal Presidente Gennaro De Crescenzo, tra le mura suggestive dell’Archivio Storico al Vomero, a Napoli.
L’intera offerta del locale, ideato da Luca Iannuzzi, già Cavaliere di Merito del Sacro Militare ordine costantiniano di San Giorgio, si ispira nelle ricette e negli ingredienti al tempo dei Monzù, i cuochi professionisti attivi durante la dominazione borbonica. Al bancone del bar, gestito dal talentuoso Salvatore D’Anna. O in cucina, con l’innesto recente dello chef stellato Pasquale Palamaro, che per l’occasione ha accolto i reali con una semplice quanto irresistibile Genovese rivisitata con tre diverse tipologie di cipolle. E infine nell’arredamento, splendido e ricco di riferimenti al diciottesimo secolo tra affreschi, cornici e oggettistica, tra cui 50 primati partenopei, i meridionali famosi nel mondo di prima e seconda generazione, nel campo di politica, sport, spettacolo, le innovazioni portate dai sovrani illuminati.
I reali, insieme alle figlie Maria Carolina e Maria Chiara, hanno quindi proseguito la visita con un brindisi, prima di ricevere in omaggio da un orafo partenopeo quattro monili, uno per ciascun membro del nucleo familiare, rappresentanti i monumenti più evocativi di Napoli, come il Castel dell’Ovo e Piazza del Plebisicito (“Largo di Palazzo”, come ha tenuto a specificare Carlo sottolineando la denominazione in uso verso la fine del ‘700). Come a casa propria, nell’Archivio Storico che nel cuore di uno dei quartieri più in voga della città conserva lo spirito e la vocazione al contempo fonte di celebrazione e insegnamento.
La cocktail list di Salvatore D’Anna richiama infatti sapori e profumi tradizionali del sud, tra cui spicca distinto il “Babà Punch”: la traduzione di uno dei dolci più distintivi di Napoli, in bicchiere, frutto dell’intuizione di Salvatore che curiosando in cucina ha riscontrato una similitudine naturale e preziosa tra il punch storico e la bagna del babà. Rum Jamaicano, Rum Speziato, Oleo Saccarhum, Pisto mix, succo di limone, the, cannella, arancia: una versione partenopea della bevanda alcolica tipicamente consumata dai marinai. Altre new entry della drink list del locale – ispirate dai sapori, dalla cultura e dalla storia di Napoli – sono il “Crisommola Negroni” (Jin Aperol, Vermouth dry, liquore all’albicocca, Orange bitters; la crisommola in napoletano è per l’appunto l’albicocca), l’”Espresso fizz” (Rum chiaro, liquore al caffè, zucchero, succo di limone, soda al caffè espresso), il “San Gennaro” (Scotch Whisky, Islay single malt whisky, Porto Rosso, Cherry brandy, succo d’arancia e il “Piennolo” (Vodka e Bloody Mary mix mediterraneo, nome derivante dai pomodorini del Piennolo, varietà tipica del territorio).
La cucina di Pasquale Palamaro, stella Michelin come executive chef al ristorante dell’Albergo Regina Isabella di Ischia, ripropone la cucina napoletana di corte, rielaborata e soprattutto appresa grazie a un profondo studio di testi e ricette vecchie di più di duecento anni: dalla “Parmigiana di melanzane vista nell’Orto di Ippolito Cavalcanti”, pietra miliare della storia culinaria partenopea, al “Pollo ruspante e gamberi rossi laccati su mais piccante ed erbe amare”, addirittura la principale richiesta di Napoleone prima di andare in guerra. L’ambiente perfetto per i festeggiamenti dei Borbone, che hanno poi continuato il loro anniversario al Teatro Mediterraneo per celebrare i 25 anni di vita del Movimento Neoborbonico. Luca Iannuzzi, patròn dell’Archivio oltre che del Nabilah, promette: “Abbiamo un nuovo progetto in cantiere, sempre ispirato ai Borbone ma a carattere non esclusivamente storico”. E promette di fare ancora scintille.
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