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Parlare di volcanic wines equivale a considerare anche il loro terroir: si tratta infatti di un prodotto coltivato su terreni di origine vulcanica in grado di conferire sentori e sapori eccezionali.

Capofaro, Tasca d’Almerita, Malfa

Com’è sentire il rumore sordo di un vulcano? Vedere lava e lapilli? Tra le 100 cosa da fare almeno una volta nella vita è da mettere il lista la scalata al cratere. Bene, ma prima di questo parliamo di vini vulcanici per preparare un’escursione in bellezza.

Da sempre i vulcani sono stati considerati luoghi sacri, il regno degli dei. Esulando dal sacro e passando al profano, se parliamo di “vulcanico” in un’accezione ambientale colleghiamo il termine a qualcosa di catastrofico o distruttivo. Le eruzioni, però, sono state in grado di conferire nel tempo un substrato prezioso per l’agricoltura e la viticoltura.

Le zone di produzione dei volcanic wines non si limitano solo alle più note regioni della Sicilia o della Campania: dalle Eolie si passa al Soave, al Vulture, ai Colli Euganei per arrivare perfino in Grecia nell’isola di Santorini. Nel nostro paese i territori vulcanici coltivati a vite coprono circa 17.000 ettari, con un numero di bottiglie di circa 160 milioni.

C’è un legame fondamentale tra il suolo e la ricchezza gustativa che si riscontra in questo tipo di vini. Si tratta, infatti, di un terroir sabbioso e ricco di fosforo, potassio e altri minerali. Queste zone sono particolarmente fertili grazie alla loro macro-porosità in grado di rilasciare le risorse idriche molto lentamente, diventando così fondamentali nei momenti di siccità.

Questo tipo di coltivazioni, che rientrano in quelle definite “eroiche” ovvero praticate in condizioni complicate, danno vita a vini in prevalenza bianchi. Questi sono solitamente di tipo strutturato: si differenziano per la loro persistenza più che per le note aromatiche. Nel profumo si percepisce già la loro mineralità (con sentori di pietra bagnata). Nel momento della degustazione emerge tutta la loro sapidità che ne fa comprendere la complessità.

Per promuovere la tipicità e particolarità di questi vini nel 2012 è nato il progetto Volcanic Wines. L’associazione, con a capo il Consorzio per la Tutela del Soave, accorpa le DOC di origine vulcanica di tutta l’Italia per “fare rete” a livello nazionale e valorizzare questo prodotto unico al mondo.

Il vulcano, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” in grado di collegare tutta l’Italia del vino, si rivela una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia e attrarre i consumatori.

 

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