Milano vista dall’alto, ma anche tanto altro. L’esperienza culinaria al Mi View è una di quelle che non si dimenticano. Un locale che sta facendo parlare di sé, in primis per la sua posizione dominante su tutta la città. Quando ci sono aspettative così alte bisogna essere in grado di soddisfarle al meglio. Una serata in settimana, un mercoledì sera. Raggiungiamo il ventesimo piano della Torre World Join Center in viale Achille Papa 30, siamo in zona Portello per intenderci all’accesso della città con vista da paura. Si vede San Siro illuminato, le Torri di City Life, la sensazione di essere in una metropoli luccicante, in una Milano che cambia e si reinventa. Ci accoglie Piermaurizio Di Rienzo, General Manager del ristorante che fa parte del Gruppo di Artigiano in Fiera. “Il nostro obiettivo è quello di fidelizzare la clientela, per cercare di costruire un rapporto continuativo con chi viene qui la prima volta per provare il ristorante attirato dalla vista, ma poi dobbiamo essere bravi a riuscire a farlo ritornare anche per l’esperienza in cucina”.
Tavolo con vista, ça va sans dire, ci si sente immersi in un’altra dimensione. Uno sguardo alla carta dei vini e al menù del ristorante, l’occhio cade subito su una cartina geografica dell’Italia colorata di tante piccole grandi eccellenze, uno spot al lavoro di ricerca dei tanti produttori artigianali che popolano l’offerta del Mi View Restaurant di Milano, gli ingredienti dei menù sono eccellenze artigianali italiane, selezionate e garantite dalla piattaforma e-commerce nata dall’esperienza di Artigiano in Fiera, la più importante manifestazione al mondo dedicata agli artigiani.
Due percorsi di degustazione, in aggiunta una proposta tutta vegetariana, una selezione di piatti alla carta curata dall’Executive Chef Cristian Spagnoli e dalla sua brigata di cucina. “Abbiamo voluto esaltare alcuni prodotti della stagione come il fungo porcino di Borgotaro per esempio, unendo ingredienti poco conosciuti ma delle vere eccellenze del nostro paese– spiega Spagnoli -Si tratta di un mix equilibrato di sapori in un percorso continua di ricerca e di scelta di materie prime sostenibili, i nostri ospiti hanno apprezzato molto il nostro menù ma stiamo già lavorando alle novità per la prossima stagione”.
Dopo il benvenuto dello chef, dal menù Espressione cominciamo con “Stones”, bavarese al foie gras e ciliegia fermentata, mentre dalla sezione Intrecci assaggiamo il “French Toast”, il classico pan brioche francese con gambero rosso di Mazara, Wagyu e porcini di Borgotaro. Un buon inizio grazie anche all’atmosfera del ristorante che genera piacevoli vibrazioni, la sala pian piano si riempie di un pubblico variegato, tra immancabili coppiette e cene business, tavoli accomunati dalla voglia di provare qualcosa di nuovo, una proposta che mancava a una città come Milano. Primo piatto “Ricci in testa”, Spaghetto Verrigni trafilato all’oro, ricci di mare, testina di vitello e grue di cioccolato, un piatto di quelli che ti fanno letteralmente andare fuori di testa, al nostro gusto il migliore della serata. Un abbinamento equilibrato ma al tempo stesso è un piatto che spinge forte, con tutto il sapore del mare che si fonde perfettamente con i sentori di carne.
Il “Risotto selvatico”, Carnaroli mantecato al Bagòss, sedano verde Ercole, chiocciole al Franciacorta, in bocca ci dona una sensazione di cremosità e freschezza. “Volo pindarico”, Petto di piccione stagionato 45 giorni nel burro di cacao, pralinato alla nocciola, sentori di sambuco, la consistenza della carne è di quelle che si scioglie in bocca, la bravura dello chef è di non snaturare una materia prima freschissima ma di esaltarla con una cottura a puntino e con le guarnizioni giuste. Dulcis in fundo con “Sem a Milan”, Cremoso allo zafferano, gelato al midollo, acidità di mandarino. Sicuramente una delle portate più sceniche della nostra serata, ma anche un modo per reinterpretare in chiave moderna alcuni simboli della milanesità.
Altro punto forte del locale la competenza unita alla gentilezza della Maitre Sommelier Monica Angeli che guida una sala giovane ma già capace nel mettere a proprio agio i propri commensali. Ogni piatto viene raccontato con dovizia di particolari, così come per le etichette di vino, per accompagnare il percorso al Mi View pescando in carta dall’aperitivo, alla degustazione di calici di vini italiani e internazionali con abbinamento tradizionale o superior. Dalla cantina abbiamo assaggiato con lo Champagne Beaumont des Crayeres Blanc de Noirs Fleur Noir millesimo 2014, un Verdicchio di Matelica Riserva Doc Angelo 2018 della cantina Villa Collepere e un Touriga Nacional Douro Doc 2018 della Quinta do Pessegueiro. Chiudiamo con una citazione di Monsieur Papin tratta da “Il Pranzo di Babette”, riportata all’inizio del menù. “Per tutto il mondo risuona un solo grido che esce dal cuore dell’artista: consentitemi di fare il meglio che posso!”
INFO www.miview.it