Tutto pronto per le due finalissime di Bologna: il 15 ottobre per l’elezione di Lady Amarena Italia e il 16 ottobre per l’assegnazione del titolo ufficiale internazionale tra le 12 finaliste, tra cui la vincitrice italiana.
Sale quindi l’attesa per scoprire chi sarà la nuova “signora della mixology” del pianeta: dalla Nigeria agli Emirati Arabi, passando per Cina, Singapore, Corea, Spagna, Cipro, Romania, e naturalmente Italia, è finalmente completa la rosa delle nomination per chi si contenderà il titolo di Lady Amarena 2019 a colpi di agguerritissimi e talentuosi shaker che si sfideranno sotto gli occhi di una giuria tutta al femminile.
Si tratta dell’unico concorso internazionale della “mixology in rosa” ideato nel 2015 da Fabbri 1905 per celebrare il centenario della mitica Amarena Fabbri e che da allora coinvolge e premia le signore dei cocktail.
La competizione cresce e matura di anno in anno: le adesioni al concorso hanno superato quest’anno quota 4 mila, con partecipanti provenienti dai 5 continenti. L’edizione 2019 si è caratterizzata, infatti, per una vocazione sempre più internazionale: sono infatti 8, oltre l’Italia, i titoli nazionali assegnati – Lady Amarena Spagna, Singapore, Corea, Cipro, Romania, Cina, Nigeria, UAE – ai quali si aggiungono quelli per il “resto del mondo”, con 3 professioniste selezionate da un Global Desk Jury sulla base delle ricette pervenute sulla piattaforma del concorso. In totale 12 “signore del mixer” che si contenderanno lo scettro di “Lady Amarena 2019” nella finalissima bolognese.
Oltre alle adesioni in evidente ascesa, è la pervasività geografica a contribuire a rendere unico un concorso che ha avuto la capacità di raggiungere Paesi, come Nigeria ed Emirati, che nell’immaginario collettivo difficilmente vengono accostati alla mixology, tanto meno di stampo femminile, e che invece stanno mostrando trend evolutivi particolarmente interessanti.
In Nigeria, dove l’industria dei cocktail sta vivendo una fase embrionale, si è registrato un incredibile entusiasmo per il concorso, con oltre un migliaio di adesioni. Tra le tante partecipanti 10 sono state selezionate per la finale, che ha visto l’incoronazione della giovane Bubbles, una lady discriminata dalla famiglia per la sua scelta professionale, che ha trionfato con un cocktail nero dedicato all’Africa. Gli Emirati si sono distinti invece per l’internazionalità del profilo delle partecipanti, provenienti da ogni angolo della terra, dalle Filippine alla Nuova Zelanda, passando per la Nuova Guinea e l’Indonesia. Ad essere incoronata Lady Emirati è stata Inna Ocheretiana, barlady ucraina del Four Seasons DIFC di Dubai.
Dall’Oriente – dalla Cina, con il cocktail Ciao Bella, della lady Liu Ting Zheng, un passato da ballerina professionale che oggi danza con i sapori, passando per la Corea con il cocktail di Awon Yun, Cherry over Cherry, composto da sciroppi aromatici amalgamati con un vino tradizionale coreano alla ciliegia, e infine Singapore, con il cocktail Queen Amara di Anna Princena, una rivisitazione in salsa orientale dell’intramontabile “Sbagliato” – arriva una forte spinta alla contaminazione di sapori e culture, con accostamenti inediti che danno vita a creazioni iper-moderne.
E’ ispirato alle donne forti e indipendenti, capaci però di mantenere uno spirito femminile e dolce, Her Majesty, il cocktail ideato da Simone Londou, la nuova Lady Cipro. Aurora Rodríguez Casas, signora dello shaker della Spagna, ha conquistato lo scettro con Maren My!, un invito al gemellaggio dei sapori tra Paesi mediterranei. Timeea Ţivrea, regina di Romania, ha invece convinto con il suo Frutto di Fantasia, dedicato alle signore della mixology, un piccolo ma agguerrito esercito, unito da un forte spirito di solidarietà e da una carica creativa che sta scuotendo positivamente il settore. Vengono infine, rispettivamente, dalla Germania e dalla Grecia (2) le tre finaliste “del resto del mondo, che con le loro invenzioni – Diamante dell’Etna, Cherry Brulee e, appunto, Il Mondo – hanno conquistato la giuria virtuale del popolo degli internauti.
Come testimoniano queste storie, Lady Amarena – dal 2015 – è più di un concorso. E’ un faro che si pone l’obiettivo di “catturare” il vento rosa del cambiamento, valorizzando la professionalità femminile e contribuendo ad abbattere alcuni tabù che ancora resistono in molti contesti lavorativi. Il concorso ci racconta infatti che per diventare barlady molte concorrenti sono state costrette a lottare, sfidando imposizioni familiari, discriminazioni o “banale” scetticismo. «Come azienda – ha dichiarato Nicola Fabbri, quarta generazione della famiglia del fondatore – siamo da sempre attenti alla costruzione di opportunità professionali, con particolare sensibilità all’universo femminile. I risultati del concorso ci stanno dando ragione: c’è una grande potenzialità rosa, in tutto il mondo, che si sta sprigionando nel settore della mixology grazie a professioniste competenti e preparate che stanno portando nuova linfa, contribuendo a diffondere una cultura del bere polifonica, ma sempre attenta agli aspetti etici, alla salute e alla convivialità».
Scenario
Persino il linguaggio fa resistenza. Perché se è vero che la “ristorazione è donna” – con oltre il 50% degli impiegati nei pubblici esercizi che appartiene al “gentil sesso” (dati Fipe 2019) – è innegabile che esistano ancora nicchie creative in cui la presenza femminile è considerata un’eccezione, annegata – anche linguisticamente – nel genere “dominante”. Tutti conoscono il Barman. Molti meno la Barlady, il controcampo rosa che in questi ultimi anni sta portando uno spirito di innovazione in un settore storicamente presidio maschile.
Basti pensare che due delle ultime edizioni (2016 e 2017) del più prestigioso concorso internazionale dedicato ai bartender sono state aggiudicate a due giovani donne. E anche in Italia, dove attualmente le Barlady sono poche centinaia, si respira un vento di cambiamento, che ha portato nel 2017 ad incoronare migliore Bartender nazionale una signora, Irene Deiara.
E il tema è quanto mai attuale, risvegliato a livello internazionale dall’esplosione del movimento #metoo oggi esteso a una riflessione più generale sul ruolo della donna con il #TimesUp sempre più condiviso: lo ha affrontato persino Julianne Moore al Festival del cinema di Cannes in questi giorni, parlando di parità di genere nel cinema e, dal cinema, alle professioni più diverse.
Del resto l’attenzione alla salute e il prendersi cura del prossimo fanno parte del patrimonio genetico di ogni donna, andando ad integrare capacità e competenze. Creatività, sensibilità, etica, legame con la tradizione sono i valori aggiunti che la componente femminile sta portando nell’universo della mixology.
Tra i primi a capirlo, Fabbri 1905, che già da 5 anni ha dedicato alle artiste dello shaker un concorso di portata internazionale, Lady Amarena, nato per festeggiare i 100 anni dall’invenzione della mitica Amarena Fabbri.
Lady Amarena
Lady Amarena è l’unico concorso internazionale dedicato esclusivamente alle donne specialiste della mixology, ideato e promosso dal 2015 da Fabbri. Il concorso nasce per celebrare i 100 anni del simbolo dell’azienda bolognese, l’Amarena, un’invenzione non a caso femminile: fu proprio Rachele Fabbri, bisnonna dell’attuale dirigenza, a dare vita al prodotto, rivoluzionando le sorti di quella che era nata come piccola distilleria e divenuta oggi ambassador del gusto made in Italy nel mondo. Dal 2015 ad oggi hanno preso parte alla competizione migliaia di barlady provenienti da tutti e 5 i continenti.
+INFO: www.fabbri1905.com