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Metti una domenica di fine estate. Uno showcooking, a seguire chic nic, caffè con lo chef, laboratorio per bambini, scuola di cucina e aperitivo a km0. E l’ex Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso a fare da sfondo. Questi gli ingredienti di una delle 10 domeniche che da maggio a ottobre organizza la “Ambasciata del Gusto” nel suggestivo complesso rinascimentale nel cuore del parco del Ticino, voluto dagli Sforza nel ‘400 e affrescato dai pittori della scuola leonardesca.
Protagonisti del sesto appuntamento lo chef Andrea Provenzani del ristorante milanese “Il Liberty”, rinomato punto di riferimento del panorama gastronomico della città che riaprirà i battenti in questi giorni dopo essersi rifatto il look, insieme allo chef brianzolo Lorenzo Lavezzari noto anche per aver lavorato nella cucina di Iyo – primo ristorante “etnico” stellato di Milano – e oggi in partenza con la nuova esperienza di “8 otto – Bottega & Cucina” che vedrà gli albori a breve nella sua “casa” di Novate Milanese.
Shocooking e chic nic
Apre le danze Provenzani con lo showcooking in cui propone un “medaglione rosa di Chianina al prosciutto crudo Marco d’Oggiono e carpaccio di melone marinato, mirtilli fondenti al vino rosso, insalata di spinaci novelli”. Chiude il primo appuntamento della mattinata Lavezzari con “Annunciamo il sushi: uramaki con Trota, caprino, insalata riccia, pomodoro cetriolo e salsa spicy e gunkan con zucchina, storione e salsa kebaiaki”. Pubblico in sala attento e incuriosito. A seguire nel chiostro principale dell’ex convento, un’atmosfera che ricorda un quadro di Monet. Sul prato verde cuscini e tovaglie sui quali gli ospiti della giornata hanno potuto gustare taglieri e cestini gourmet. Le creazioni degli chef sono state preparate con l’assistenza di 12 diplomandi di cucina degli istituti alberghieri lombardi che partecipano al Master Cuoco e Territorio, iniziativa realizzata dall’Ambasciata del Gusto.
Caffè con gli chef
È il momento del caffè, tocca a noi di Beverfood.com l’onore di moderare l’incontro con gli chef con delle semplici domande. Sembra di stare tra amici tutti intorno a un tavolo, a colpire il linguaggio degli chef, risposte mai banali, misurate ma al tempo stesso cariche di passione e di contenuto. Dalla cucina della tradizione, che “se ci pensate bene non significa nulla, perché noi in Italia non abbiamo inventato niente, ma molte materie prime le abbiamo fatte nostre, e qui siamo dei fuoriclasse”– scherza Andrea Provenzani. Gli fa eco Lorenzo Lavezzari, quando dice che “fusion significa sperimentare anche a casa propria, anche se devo ammettere che sono sempre stato affascinato dall’oriente”. Entrambi accomunati dal valore della formazione continua, con Provenzani che viene da un percorso più classico partendo dalla scuola alberghiera Carlo Porta di Milano, allora forse più di oggi ambiente movimentato e creativo, ma il ragazzo aveva già le idee chiare. Una scelta più di rottura e fuori dagli schemi quella di Lavezzari che è arrivato tardi in cucina – dopo i trent’anni – con esperienze in altri settori e, dopo aver pedalato tanto per recuperare, oggi si appresta all’esperienza da agri-chef, una definizione che ritiene azzeccata. Esposizione mediatica va bene per entrambi, serve soprattutto a educare le nuove generazioni a un approccio corretto con il cibo, mangiare bene è diventato sempre più un elemento di piacere e non di necessità.
Ambasciata del Gusto
L’Ambasciata del Gusto, inaugurata lo scorso anno in occasione di Expo 2015, è un progetto che ha lo scopo di promuovere la cultura di un territorio ad altissima vocazione agricola, attraverso la Cucina d’Autore. Promossa dall’Associazione Maestro Martino, presieduta dallo chef Carlo Cracco, è stata costituita nel 2011 per valorizzare la figura del Maestro Martino, cuoco lombardo che – si narra – ha traghettato la cucina italiana dal medioevo ai tempi moderni, una sorta di master chef ante litteram. Massimo De Maria, vicepresidente dell’Associazione Martino, ci racconta la vision dell’Ambasciata del Gusto, pensata come un luogo dove si fondano tradizione e innovazione, una piattaforma per stimolare e diffondere la cultura enogastronomica del territorio, mediante delle suggestioni che siano date da un approccio culturale al cibo. Al momento è in corso un progetto che offre 13 borse di studio a dei giovani aspiranti cuochi che, accanto a un percorso più prettamente didattico e di educazione al cibo, affrontano delle prove di cucina nelle occasioni di aperture al pubblico sotto l’occhio esperto e vigile degli chef che volta per volta li guidano, dedicando loro tutto il tempo necessario a imparare un mestiere in continua evoluzione. I giovani studenti, alcuni dei quali già assoldati nelle cucine dei ristoranti della zona, vengono formati non solo come cuochi, ma anche come figure gourmet in grado di raccontare una vera e propria foodexperience, attraverso la descrizione dei piatti, degli alimenti e della loro provenienza dai territori in cui operano. L’obiettivo dell’Ambasciata del Gusto è realizzare una scuola di formazione superiore che possa dare voce e cittadinanza a centinaia di cuochi provenienti da tutto il mondo. Intanto, con l’auspicio che ciò si realizzi anche con il sostegno delle amministrazioni locali, il calendario di appuntamenti è ancora fitto. Il prossimo è previsto per il 17 settembre con l’Amatriciana freestyle, iniziativa solidale per raccogliere fondi per le vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia il 24 agosto scorso. L’evento vedrà coinvolti oltre a Carlo Cracco, protagonista dello showcooking “Amatrice e i suoi prodotti”, molti altri chef dell’Ambasciata del Gusto che interpreteranno il piatto simbolo di quei territori in creative varianti.
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