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Un ritorno in grande stile, a Milano, in quella città che negli anni ’80 è stata una sorta di piazza di lancio per il Gavi. Di strada il Grande Bianco Piemontese da quegli anni ne ha fatta molta, con uno sbocco sul mercato estero che nell’ultimo ventennio ha visto il Gavi Docg assoluto protagonista tra i primi vini italiani esportati. Una quota che conta circa l’85% delle bottiglie prodotte, con Germania, Inghilterra Giappone, Stati Uniti i paesi di riferimento, insieme ad altri 70 Paesi nel mondo. Negli ultimi anni però è nata l’esigenza di riposizionarsi anche sul mercato domestico, con una serie di iniziative che sono state svelate allo spazio AnniLuce di Milano lo scorso 27 marzo, davanti a un pubblico di operatori del settore per mostrare la nuova annata in anteprima, i nuovi progetti e il premio La Buona Italia 2017.
ANNATA 2016
La vendemmia 2016 del Gavi che il Consorzio Tutela ha presentato a Milano, ricalca le aspettative di un’annata già considerata da molti addetti ai lavori sui livelli di eccellenza. Nel calice il Gavi DOCG 2016 ha tutte le caratteristiche tipiche del Cortese, uvaggio a base della denominazione che a Gavi ha trovato l’habitat ideale. Intenso e elegante, in bocca una struttura netta, con una leggera nota calda alcolica in ottimo equilibrio con l’acidità, una delle caratteristiche principali che danno sempre freschezza e sapidità tipica del Cortese. In degustazione a Milano sono state portate le tre tipologie del Gavi. Fermo, Riserva e Spumante Metodo Classico, in una campionatura delle vendemmie 2016, 2015 e 2014. Non ultima la sorpresa di un Gavi 2007 a testimonianza della longevità di questo bianco cortese e nobile che si produce in 11 comuni della provincia di Alessandria e che spicca in una regione come il Piemonte blasonata per i rossi. Nel banco di assaggio sono state presentate 70 etichette e 25 produttori che hanno accolto di persona gli operatori del settore presenti. Proprio tra i produttori è in atto un ricambio generazionale che ha portato alla guida delle aziende giovani vignaioli e tante donne viticoltrici, che riconsiderano le radici del Gavie il suo terroir unico.
DESTINAZIONE ITALIA
Un caso di successo internazionale di questo vino, con la voglia di tornare a essere protagonisti anche in casa, con le principali piazze italiane che saranno meta di diversi appuntamenti di cui quello milanese è stata una sorta di anteprima, a cui seguiranno Roma e Torino. La consapevolezza di un territorio da vivere a 360 gradi. Gavi è una meta enogastronomica ancora poco conosciuta, dove non mancano di certo i punti di interesse. Qui l vento del mare si incontra con l’Appennino, le Terre sono Bianche e Rosse con un passato geologico importante che si sente, tipicità culinarie, come i ravioli, la focaccia stirata, in una zona che dal punto di vista amministrativo recita Piemonte ma profuma di Liguria. Il Forte del Gavi è stato la location di un’interessante discussione sul marketing e la promozione dei territori enogastronomici italiani, tra alcuni dei maggiori operatori del settore, autorevoli esponenti della cultura, della comunicazione, dell’imprenditoria italiana e la stampa nazionale. Durante l’incontro di Gavi sono stati definiti i meccanismi vincenti per raccontare e promuovere nel mondo i territori della ‘Buona Italia’, di cui il Gavi è un esempio virtuoso.
META DA ENOTURISTI
“Nel 2017 Gavi si candida a diventare una delle mete predilette da Food &Wine lovers, rispettando le linee guida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che parlano di enogastronomia come veicolo di conoscenza e stiamo lavorando perché il territorio sia pronto ad accogliere i turisti ”– dichiara Maurizio Montobbio presidente del Consorzio del Grande Bianco Piemontese. “Numerose ricerche confermano che le nuove tendenze del turismo sono fondate su esperienze enogastronomiche e nuovi prodotti turistici che valorizzano culture e tradizioni locali, stile di vita sano, sostenibilità, creatività. L’esperienza turistica trasforma il semplice viaggiatore in un vero e proprio ambasciatore del territorio. Vogliamo esplorare i vari modi in cui la volontà dei viaggiatori di “assaporare” la nostra terra diventano opportunità di crescita per tutta la denominazione”. E anche i numeri non mentono: negli ultimi 10 anni si è passati da 1000 ettari vitati – erano 100 quando il Gavi è diventato DOC nel 1974 – a circa 1500; le bottiglie prodotte da 8 milioni sono passate a 13 milioni e la filiera è sana, in crescita. L’indotto poi intorno al vino tra ristorazione e accoglienza segue il trend – con l’apertura di diversi B&B – e aspetta i visitatori.
+INFO:
www.gavi972.it/
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