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Se siete tra quelli che pensano che la perfezione risieda nei dettagli, preparatevi ad impazzire ammirando la sezione del menù di [cà-ri-co] dedicata a “Sottoaceti e Fermentati”.
Il Cocktail- Bistrot nato a inizio 2020 in Via Savona nella design district milanese dalla volontà di Domenico “Dom” Carella e Lorenzo Ferraboschi, trascende infatti dai canoni classici che parlano di una cucina e un bancone capaci di “convivere”, portandoli piuttosto a “coesistere” in un ecosistema primordiale basato sul gusto puro, senza distinzione per quanto riguarda lo stato della materia, sia essa solida o liquida. Un concept capace di fare della forma sostanza e viceversa, puntando ad esempio su un uso integrato delle materie prime e sul contenimento degli sprechi sia nel piatto che nel bicchiere.
Nonostante questa nuova nuova apertura sia stata travolta dell’arrivo della pandemia, non si è fatta sommergere dall’onda, agendo come un surfista esperto ed arrivando in splendida forma al momento della ripartenza. Ne abbiamo parlato con Dom Carella, mentre Angelica Baldan dietro il bancone preparava dei fantastici Gibson a base di Aviation Gin, dai colori imprevedibili grazie ad un sapiente utilizzo di ingredienti 100% naturali come la barbabietola e l’alga spirulina. Da godere fino all’ultimo sorso ed anche oltre, se volete comprendere che la cipollina non è una semplice garnish ma un mondo di piccole attenzioni.
Dom, come sono stati gli ultimi mesi per [cà-ri-co]?
Difficili, come lo sono stati per tutto il settore. Siamo arrivati alla riapertura con poco ossigeno, ma per fortuna grazie ai nostri clienti affezionati, veri e propri supporter del locale, che ci hanno riaccolto con affetto ed entusiasmo, ci abbiamo messo poco a ritrovare il ritmo e la serenità, Addirittura siamo già all’opera nel pensare, anzi no, nel costruire il futuro di [cà-ri-co].
Una ripresa veloce...
L’entusiasmo lo si crea, non lo si aspetta. Già dopo un mese e mezzo di riapertura abbiamo allargato il team, noi non temiamo di investire per crescere, pensiamo anzi che questo serva a motivarci e a motivare chi lavora insieme a noi. Quello che il locale guadagna deve servire a crescere ancora, a dare motivazione al team. Io ed il mio socio dall’apertura ad oggi abbiamo percepito il gradimento di Milano e vogliamo continuare a sorprenderla
Come sono stati questi mesi di chiusura per il locale? Avete tentato altre strade?
No e per motivi di principio. Non fraintendere, non ho nulla in contrario, anzi io stesso ho progettato il brand di cocktail in lattina Cok, un’idea che avevo avuto circa nel 2016, nel periodo in cui ero appena rientrato in Europa dalla Cina. Curiosamente era stato lanciato poco prima del Covid, e questo lo ha reso pronto nel momento giusto, ma parallelamente a questo Carico non ha mai fatto delivery.
Come mai?
La nostra qualità è stata pensata come non riproducibile. È un’esperienza, non volevamo svenderla inseguendo qualche guadagno facile e futile. Chi vuole Carico è giusto che possa goderne a pieno.
Come vedi il futuro?
Io sono positivo per antonomasia. Credo in una grande ripresa, credo soprattutto nell’euforia delle persone e di questa città. Milano è speciale, per questo ho deciso di tornare in Italia e di venire ad aprire proprio qui e in questa zona.
Foto: MikeTamasco_ph
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