Una tassa di tre centesimi su ogni bottiglietta di cola, aranciata, gassosa o altre bevande gassate e zuccherate da 33 cl. È l’«ipotesi» annunciata dal ministro della Salute Renato Balduzzi intervenuto a Radio Anch’io e interpellato a proposito della discussa tassa sul “cibo spazzatura”. Un intervento che porterebbe nelle casse dello Stato 250 milioni di euro l’anno, «finalizzati a iniziative di rafforzamento di campagne di prevenzione e di promozione di corretti stili di vita e ad alcuni interventi mirati in campo sanitario». Un prelievo di soli 3 centesimi, ha aggiunto il ministro, non crea problemi ai consumatori né ai produttori e manda un segnale all’opinione pubblica di attenzione per un problema sottovalutato dalle famiglie, visto che metà dei nostri ragazzi consuma troppe bevande gassate e zuccherate. Dure reazioni da parte di Assobibe, l’associazione dei produttori.
Dura anche la reazione di Assobibe, l’associazione italiana dei produttori di bevande analcoliche. “Una tassa che colpisce esclusivamente le bevande analcoliche gassate è immotivata, discriminatoria e pertanto inaccettabile”. Assobibe precisa che i consumi di tali bevande sono stagnanti da circa dieci anni e di molto sotto la media Ue. L’Italia è al penultimo posto tra i Paesi UE per consumi pro-capite. Proprio a fronte di questi bassi livelli di consumo, le bevande analcoliche gassate in Italia contribuiscono per meno del 2% all’apporto calorico medio quotidiano. Secondo i dati Inran, inoltre, i più giovani consumano in media un equivalente di 28 grammi pro-capite al giorno, equivalenti a 11 calorie. Nel nostro Paese – dice ancora Assobibe – questi prodotti sono già penalizzati dall’aliquota Iva del 21% cui sono soggetti, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentari. La media Ue sulle bevande analcoliche è del 16,5%, indica ancora l’associazione convinta che “la tassa avrebbe inoltre ricadute pesanti sull’occupazione, con riduzione significativa dei posti di lavoro, presso le aziende produttrici e lungo l’intera filiera. Per il presidente Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, «mettere una nuova tassa per disincentivare il consumo di bevande analcoliche gasate considerate dannose per la salute non porterà a nulla di fatto. L’educazione alimentare si coltiva sollecitando il consumatore a conoscere i valori nutrizionali di ciò che beve e di ciò che mangia». Federalimentare parla di «misura iniqua, ingiustificata e pericolosa».
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