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MiVino: al Base aria di vino naturale tra itinerari e assaggi


“Per capire un vino bisogna camminare le vigne”, diceva un certo Luigi Veronelli. Forse per capire il fenomeno del vino artigianale o naturale che dir si voglia, bastava fare un salto a MiVino, andato in scena sabato 25 e domenica 26 maggio 2019 al Base di Milano. Proprio il capoluogo lombardo si candida a diventare la base del vino naturale, il successo di MiVino è lo specchio di un fenomeno in crescita. Contando che si trattava della prima edizione, i numeri degli organizzatori parlano di circa 1.500 ingressi, con 100 vignaioli presenti, 15 regioni e oltre 400 etichette. Si respirava aria di cantina e di terra, in una mostra mercato dei vignaioli artigiani dove tanti dei protagonisti sino al venerdì erano in mezzo alle loro vigne fra biodiversità e territori tutti da visitare.

 



 

Una traccia da seguire per un itinerario di sicuro interesse per scoprire questi vini potrebbe essere ricercata nel volume “L’Italia di vino in vino”, una guida pensata proprio per chi ama camminare o pedalare alla scoperta del vino naturale, dei suoi territori e dei vignaioli. Un viaggio a piedi o in bici, tra campagne e città al nord e al sud della penisola, a ritmo lento dicono gli autori, per scoprire 25 itinerari inediti e 100 idee di viaggio per scoprire i vini artigiani e naturali d’Italia che non avete ancora bevuto, scoprendo dentro al bicchiere vini veri, vivi, unici, diretti, integri, vibranti, che danno emozioni. Siamo stati anche noi a MiVino, rassegna organizzato a BASE Milano da Altreconomia, Arci Milano e Officina Enoica e vi vogliamo raccontare alcuni assaggi curiosi che ci hanno emozionato.

CESE FALANGHINA DEL SANNIO FOSSO DEGLI ANGELI

Cese è una Falanghina da 16° della cantina beneventana Fosso degli Angeli. Una gradazione che non si sente, una Falanghina dalla grande personalità. Cese è il nome della vigna, la cantina è situata nell’entroterra Campano sulle alture del Comune di Casalduni, nel cuore del Sannio Beneventano. Fosso degli Angeli, fondata nel 2009, prende il nome da un oliveto secolare di proprietà. Rese sui 75 quintali per ettaro, la vinificazione avviene con pigia-diraspatura e pressatura soffice delle uve, fermentazione in acciaio a temperatura controllata di circa 16°C, affinamento in acciaio 12 mesi e in bottiglia 12 mesi.  Colore giallo paglierino intenso, al naso sentori di grande finezza, fra note agrumate e di frutta, in bocca una sensazione minerale e tanta persistenza che ci fa rimanere in bocca a lungo questa Falanghina.

 

 

L’ATTESA BARBERA GAETANO SOLENGHI

Una cantina che nasce in Val Tidone, una zona caratterizzato da rossi frizzanti e da colossi da milioni di bottiglie. Gaetano Solenghi insieme al figlio Nicola gestisce autonomamente in maniera in gran parte manuale i vigneti, in modo da poter controllare in prima persona tutti i passaggi della filiera, dalla potatura all’imbottigliamento. Dall’inizio degli anni novanta porta avanti una scommessa, quella di fare vini di qualità in una valle piacentina con un influsso forte del territorio milanese, con uno stile dei grandi rossi di Barolo. L’acquisto della prima botte grande, che ha segnato uno spartiacque, nel 1993 la prima produzione di Barbera, un vino diverso, ricco e concentrata, affinato in una botte di legno di 3,5 h riposa per 24 mesi. Spiccata acidità che dona longevità a questo vi produzione complessiva della cantina sulle 10.000 bottiglie.

 

 

SAUVIGNON D’OR MACIOT

Assaggiamo una bella carrellata di Sauvignon sur lieu da Maciot, il nomignolo del nonno capostipite della famiglia Macchia, una cantina giovane situata a Cocconato nell’astigiano con terreni situati nei comuni di Cocconato, Piovà Massaia e alcune proprietà a Montiglio Monferrato. Dalla primavera del 2010 iniziano un percorso di biodinamica con la certificazione Demeter dal 2013, con l’uso di preparati a spruzzo, sovescio, cumulo con preparati biodinamici e soprattutto con un ascolto continuo e attento di quello che la natura suggerisce. Il Sauvignon D’Or proviene dai nuovi impianti del Roasino, fermentato ed affinato in acciaio il succo, imbottigliamento dopo un leggero contatto in macerazione con le bucce per produrre un vino semi-aromatico. Fresco, fruttato, aromatico, ideale come aperitivo ed abbinato a salumi, formaggi freschi, pesce e carni bianche.

 

 

ETNA BIANCO BARONE BENEVENTANO

Una start up siciliana con alle spalle una storia da recuperare in una delle zone più in voga nel mondo del vino come l’Etna. L’antica famiglia Siciliana dei Baroni Beneventano della Corte, da diversi anni è attiva nel commerciato vini di altissima qualità. Ora è tornata alle sue radici, riprendendo l’Azienda Agricola Beneventano Barone della Corte. Oggi l’attività è portata avanti dal giovane Pierluca Beneventano della Corte e da suo padre Roberto, uniti da una grande passione per il vino, per valorizzare i vini prodotti nelle contrade di proprietà, rispettando la natura e le tradizioni secolari vitivinicole di questa regione. Terreni sono a circa 700 mt esposti a Sud-Est, con buone pendenze a tratti molto impegnative, sullo sfondo il mare. I vitigni ad alberello, tipico allevamento dell’Etna, niente meccanizzazione consentendo così una prima selezione manuale delle uve, la vite costretta a spingere le sue radici in profondità, arricchendola di preziosi minerali. L’Etna bianco è fatto con autoctoni della zona come carricante, cataratto e minnella, freschezza e sapidità ben bilanciate, sentori vegetali che richiamano la macchia mediterranea. Da attendere con curiosità il lavoro di valorizzazione degli autoctoni siciliani chiamati le Reliquie, una decina di vitigni, in collaborazione con l’Università di Catania, oltre al progetto di una cantina di vinificazione.

 

 

TUTTO ANPHORA IGT LA GINESTRA

L’azienda agricola La Ginestra, nasce nel 1978, da un gruppo di giovani appassionati con lo scopo di rinnovare e mantenere le tradizioni della campagna toscana. Insediata sulle terre incolte abbandonate da decenni, prende il nome dalla bellissima pianta infestante dai fiori gialli tipica dei campi della zona. Filosofia naturale fin dal 1989, la scelta di un’agricoltura biologica, producendo i prodotti in completo rispetto della natura e senza alcun uso di sostanze chimiche di sintesi. Due chicche in assaggio: Jun IGT Rosato Frizzante, come interpretare il Sangiovese. Raccolta anticipata, prima fermentazione in vasche d’acciaio e vecchie barriques rifermentate in bottiglia con mosto congelato, un metodo ancestrale dal grande fascino.  Poi il Tutto Anphora IGT Toscano Risso 3 mesi di contatto con le bucce in anfora di argilla, invecchiato in anfora, un sangiovese dal grande carattere e personalità.

PIASE RISCHEI LOAZZOLO DOC FORTETO DELLA LUJA

Dal 2007 l’Azienda Agricola Forteto della Luja è stata nominata, dalla più importante associazione mondiale per la difesa della natura, Oasi affiliata al WWF. Loazzolo, dove Veronelli era cittadino onorario, è conosciuto per la sua piccola doc che ha dato il nome ad un vino molto particolare. Un passito di Moscato vendemmia tardiva, vinificato ed imbottigliato, caso unico in Italia, in un solo comune su una superficie inferiore a cinque ettari, con rese bassissime. Terreno calcareo-marnoso tenden­zialmente sciolto, pendenza supe­riore al 50%, esposizione Sud-Ovest, altitudine superiore a 450 mt. La vendemmia ini­zia a fine settembre e si protrae fino a novembre raccogliendo per selezioni successive i grappoli e gli acini infavati da Botrytis nobile. Una parte dell’uva è ulteriormente naturalmente appassita su stuoie in fruttaio. Dopo una lenta spremitura delle uve surmature, la fermentazione viene attivata da lievito madre dell’anno precedente e prosegue lentamente per oltre 24 mesi in piccole botti di rovere. Colore giallo carico, dai riflessi dorati, al naso un frutto ricco e ancora vivo con note speziate e torrefatte. In bocca è cremoso, con note dolci e mandorlate, con una vena acida fresca e fragrante. Un vino piacevole con grande lunghezza, da abbinare a un formaggio simbolo della zona e tra i più rari al mondo come il Montebore.

 

+info: www.mivino.it

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