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A Roma, The Court, l’esclusivo cocktail bar di Palazzo Manfredi, ubicato sopra il Ludus Magnus, l’antica palestra dei gladiatori romani, ospita alcuni tra i big mondiali della miscelazione. Una spettacolare vista del Colosseo fa da scenografia a signature e grandi classici in grado di soddisfare i palati più esigenti.
Gli eventi sono frutto di una sinergia tra The Court e N°3, il celebre London Dry Gin distribuito da Pallini, storica azienda capitolina che quest’anno compie 150 anni. Distillato secondo una ricetta di Berry Bros. & Rudd, il più antico Wine Merchant di Londra che, ancora oggi, è responsabile della cantina personale della famiglia reale, prende il nome proprio dal civico 3 di St James’s Street, a Londra, la casa di Berry Bros. & Rudd fin dal 1698. È stato l’unico Gin a ottenere per quattro volte il riconoscimento di Miglior Gin al Mondo all’International Spirits Challenge.
Le guest sono sempre più il driver dei trend della mixology nel panorama internazionale ed offrono l’occasione di scoprire bartending inediti o poco conosciuti alle nostre latitudini.

Questo mood ha contraddistinto la serata del 31 marzo, dove sono andati in scena Taln Rojanavanich and Aum Veerach del pluripremiato Bar Us di Bangkok, uno dei locali di punta dell’Asia. Nei loro drink in primo piano una vasta gamma di tecniche, dalla decostruzione alla distillazione, dalla miscelazione alla salamoia, passando per la fermentazione e la carbonatazione. I due bartender hanno costruito una drink list con quattro signature molto diversi fra di loro ma con un unico comune denominatore, il N°3.
Nel primo, Palo Santo + Honey, si sposa ai toni dolci del miele e al secco dello Sherry Fino. Melon + White Champaca, fa emergere i toni tropicali del fiore legato alla magnolia abbinato al cocco, mentre con Calamansi, si dà vita a un insolito Milk Shake rinvigorito da una parte citrica apportata dal calamandino, agrume tipico delle Filippine. Infine Jasmine + Basil, coniuga i profumi del basilico dolce e del lampone.
L’evento ci ha dato la chance di conversare con il celebre Matteo Zed, uno dei top bartender mondiali e “dominus” del The Court sullo stato attuale della mixology nel nostro paese:

“Le guest sono importanti sia in entrata che in uscita, è uno scambio bidirezionale. Per noi è rilevante portare ospiti internazionali, non solo per scoprire e divulgare il loro lavoro, ma anche per mostrargli cos’è il The Court. Quale stile ci contraddistingue e quali sono le nostre peculiarità affinchè possano raccontarlo in giro per il mondo. In sintesi queste serate sono momenti di profonda ispirazione creativa per noi professionisti del settore e l’opportunità per i romani di scoprire cosa succede dall’altra parte dell’oceano, quali sono le tendenze internazionali. In particolare l’Oriente ha sempre avuto grande appeal su di me, tra le mie primissime esperienze all’estero c’è stato il Giappone che ha lasciato un profondo segno sul mio modo di lavorare. Quando sono approdato nel paese nipponico, il loro bartending era il più significativo nel panorama globale, sia a livello di tecnica, che in termini di cocteleria. Sono stati tra i primi rivisitare quelli che erano i classici, a spingere sul twist on classic e la loro tecnica sopraffina, elegantissima, ha catturato l’attenzione della scena internazionale. Sono molto diversi da noi che siamo un mix di tutto, dal bartending americano al freestyle, con un heritage pazzesco a livello di materia prima. Loro sono per certi versi molto più puristi, un approccio stilistico differente”.
L’avvicinarsi della bella stagione porta un rinnovamento nella bevuta, evidenziando alcuni trend in atto.
“Intanto la mixology diventa sempre più semplice – sottolinea Zed – più comprensibile al cliente e meno costruita per far colpo sugli addetti ai lavori. Diciamo che si sta puntando su cocktail maggiormente bevibili, all’apparenza meno strutturati ma che sottendono tecniche importanti quali milk washing, kombucha, fermentazione, latto-fermentazione. Se ti devo confessare invece quali spiriti sono in grande ascesa sicuramente l’universo agave con tequila, mezcal stanno marciando in maniera decisa. Ma vorrei anche evidenziare un piccolo ritorno del rum che nella stagione più calda riscuote successo, specie nella miscelazione. Il tutto va considerato nell’ottica di consolidamento del gin che è un asset fondamentale per il bere italiano. E poi direi di prestare attenzione alla soda, un segmento destinato a rivelare grandi sorprese”.
Tra i prossimi special guest a The Court, il 14 aprile, Ajit Gurung cofondatore del The Savory Project di Hong Kong e il 18 aprile, Alessandro Barbari, bar manager dell’Amaro Bar di Londra.
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