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In occasione dell’ultimo PIANETA BIRRA BEVERAGE & CO. a Rimini si è svolto l´incontro promosso dal Mo.Bi., movimento per la birra, durante il quale l´Associazione ha presentato ´Birra chiara´, iniziativa nata allo scopo di ottenere etichette più trasparenti e informative, a maggior tutela e garanzia dei consumatori. Il Mo.BI. è infatti un movimento che rappresenta le legittime esigenze dei consumatori e promuove la cultura della birra di qualità più consapevole e responsabile. Tra i principali obiettivi vi sono: promuovere l´accesso ad un´ampia produzione birraria, il sostegno ad un corretto livello dei prezzi al consumo, la promozione della produzione casalinga di birra , l´organizzazione di corsi, rassegne e concorsi per stimolare la sensibilità delle persone sull consumo di birra.

Il progetto che presentiamo . ha esordito Carlo Canegallo (presidente del Mo.Bi.) – nasce da una volontà di trovare il modo per rendere più chiare le informazioni basilari che il consumatore deve trovare su un´etichetta. Ciò al fine di poter compiere una scelta motivata e consapevole. Si tratta di un obiettivo importante che mira a migliorare e potenziare il rapporto tra produttore e consumatore. Troppo spesso infatti ci imbattiamo, sia in Italia che all´estero, con etichette che invece di fare chiarezza rispetto al prodotto fanno nascere interrogativi´.Tale concetto è stato ripreso anche da Massimo Faraggi (promotore del Mo.Bi, autore e pioniere dell´homebrewing in Italia.) , il quale è entrato nel merito della questione relativa alla trasparenza del prodotto.

´Questa è una presentazione, ma anche di discussione e confronto con i birrai . ha spiegato . I temi su cui riflettere e aprire la riflessioni sono il controllo della qualità, il livello dei prezzi e la trasparenza delle informazioni. Questo ultimo punto è quello che più ci riguarda ed è quello che maggiormente vogliamo analizzare perché più controllabile: cioè come vengono passate le informazioni da chi produce a chi consuma. Attualmente la legge prevede che sull´etichetta siano indicati il nome e la ragione sociale del produttore, lo stabilimento e la sede di produzione, il nome commerciale del prodotto, la tipologia merceologica prodotta, il contenuto (volume), il titolo alcolometrico espresso in volumi, data entro cui consumare il prodotto, lotto di produzione e invito a non disperdere nell´ambiente. La nostra iniziativa usa tutto ciò come base, ma cerca di affiancare a queste indicazioni altre non obbligatorie, ma per noi importanti. Un esempio: a volte capita che una birra che passa per essere italiana non citi in etichetta dove è prodotta e nemmeno lo stabilimento di produzione. In questo caso basta leggere il codice a barre, dove la prima cifra individua il paese, poi lo stabilimento, poi il prodotto´.

Lorenzo Dabove (alias Kuaska) (nella foto) si è soffermato molto su questo aspetto, soprattutto per quanto riguarda le informazioni contenute nell´etichetta, facendo un esempio. ´Tanti anni fa sono andato ad una recepiton. Le 15 persone che hanno parlato prima di me si sono soffermate solo ed esclusivamente sul lato economico, mentre io lanciai una provocazione e un´idea allo stesso tempo: premiare la miglior etichetta per la completezza delle sue informazioni. Per questo ho sposato fin da subito i concetti espressi da Mo.Bi.´. Ma quali sono in verità le informazioni aggiuntive previste dal movimento per la birra? Ad accennarle è lo stesso Faraggi. ´Le indicazioni aggiuntive sono utili in tutte le fasi: dal momento dell´acquisto, per motivarlo, al momento del consumo, per apprezzarne meglio e con stile il grado di temperatura. Avremo una degustazione migliore sapendo se la birra che beviamo è pastorizzata o non pastorizzata, filtrata o non filtrata. E poi sono utili indirizzo, sito e numero di telefono per contattare il produttore, consigli per un giusto abbinamento con il cibo. Basilare è anche sapere se una birra può essere più o meno dannosa per la salute, tenendo conto dei suoi contenuti, come le spezie utilizzate´.

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