Molson Coors, la multinazionale americana che nel 2017 aveva acquistato il microbirrificio Birradamare, ha deciso di licenziare praticamente tutta la forza lavoro dell’azienda di Fiumucino (Roma), per un totale di 9 dipendenti impiegati tra produzione, confezionamento e amministrazione. Alla base dei licenziamenti ci sarebbe l’intenzione da parte del gigante americano di chiudere l’impianto di Fiumicino e probabilmente dismettere il marchio Birradamare.
A fine 2021 Birradamare aveva già perso tutta la parte logistica e distributiva, passata in mano alla Ceres (Royal Unibrew) in base a un più ampio accordo per l’affidamento dell’intera organizzazione commerciale italiana dei marchi di Molson Coors.
La notizia è stata accolta come un fulmine a ciel sereno dagli ormai ex dipendenti di Birradamare, poiché nonostante le vicende occorse dopo l’acquisizione, la produzione in birrificio era continuata in maniera regolare. Anzi Molson Coors aveva continuato a investire nell’azienda, ampliando la cantina e acquistando un nuovo (e costoso) sistema di trattamento dell’acqua. La vicenda lascia tuttavia aperta una porta per la sopravvivenza del marchio Birradamare, che potrebbe essere ceduto a qualche interlocutore del settore.
La vicenda conferma la tendenza delle multinazionali di abbandonare i marchi artiginali italiani acquistati in passato, come già accaduto con Hibu e in parte con Birra del Borgo.
Fonte: www.cronachedibirra.it
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