Caldo e siccità influenzano la produzione mondiale di vino, con cali generalizzati che hanno toccato molte regioni del mondo. Per il quarto anno consecutivo secondo le previsioni dell’OIV, si dovrebbe assistere a un calo seppur lieve del livello dei volumi globali di produzione vinicola, simile a quello osservato lo scorso anno. Tra le cause il cambiamento climatico e la guerra Russia-Ucraina, eventi che stanno comprimendo le vendite e la produzione globali dell’industria vinicola da 300 miliardi di dollari, in un settore come quello enoico che si riprendendo dalla pandemia. Questo in sintesi il quadro emerso durante il 43° Congresso mondiale dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino in corso in Messico.
PREVISIONI 2022 Le stime produttive dell’Oiv per il 2022, basate sui dati dei 29 principali Paesi produttori che indicono circa il 91% della produzione di vino nel mondo, in attesa dei numeri di Cina e Russia, parlano di una produzione compresa tra i 257,5 ed i 262,3 milioni di ettolitri, per una stima media di 259,9 milioni di ettolitri, in calo dell’1% rispetto al 2021 e inferiore alla media degli ultimi 20 anni. 157 milioni di ettolitri sono prodotti in Unione Europea, con una crescita del 2% sul 2021. L’industria vinicola sta soffrendo maggiormente della crisi energetica scatenata dal conflitto, con l’aumento dell’inflazione che indebolisce la spesa dei consumatori. L’anno scorso la Spagna ha esportato 24,2 milioni di euro di vino in Russia e 16,2 milioni di euro in Ucraina, numeri che si andranno ad azzerare nel 2022 segnale di una perturbazione nei mercati. Le vendite natalizie negli Stati Uniti rallentano mentre l’inflazione mette alla prova la resilienza dei consumatori.
ITALIA IN VETTA L’Italia si conferma al vertice della produzione mondiale, con 50,3 milioni di ettolitri di vino prodotto nel 2022, un dato in linea con il 2021. Segue con 44,2 milioni di ettolitri prodotti la Francia, che registra +17% sul 202. Italia e Francia insieme rappresentano il 60% della produzione Ue e il 36% della produzione mondiale. Sul terzo gradino del podio produttivo la Spagna, con un dato stimato a 33 milioni di ettolitri, archiviando un calo del 6% sul 2021 e del 12% sulla media degli ultimi cinque anni per colpa della siccità. Da segnalare anche i dati di Germania (8,9 milioni di ettolitri, +2%), Romania (4,6 milioni di ettolitri, +4%), mentre performance negativa per il Portogallo con 6,7 milioni di ettolitri (-8%). Nei paesi al di fuori dell’Europa, le stime produttive per il 2022 vedono gli Usa a quota 23,1 milioni di ettolitri, in calo del 6% negli ultimi cinque anni. In Sud America il Cile con 12,4 milioni di ettolitri si conferma il primo produttore (-7%), seguito da Argentina 11,4 milioni di ettolitri (-9%) e Brasile 3,2 milioni di ettolitri (-10%). Da notare i dati di Australia 12,1 di milioni di ettolitri (-18%), Sud Africa 10,4 milioni di ettolitri (-4%), mentre balzo della Nuova Zelanda con 3,8 milioni di ettolitri a +44%.
CAMBIAMENTI CLIMATICI Pau Roca, direttore generale dell’OIV, che comprende 49 paesi produttori, ha affermato che le imprese devono adattarsi alla siccità, alle gelate e alle forti piogge prodotte dal riscaldamento globale, poiché sono diventati fenomeni regolari. “Continuiamo a vedere gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato Roca all’agenzia Reuters mercoledì in Messico, sottolineando che nel 2022 la produzione mondiale di vino diminuirà leggermente a causa del maltempo in Europa, sede dei principali produttori di Italia, Francia e Spagna. “Abbiamo una lunga storia che conferma che il cambiamento climatico sta avendo un impatto enorme e costante sul settore del vino”.
INFO ww.oiv.int