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Ottant’anni fa, le rive del Garda vedevano raccontato l’inizio di una storia dai tratti più vari, che avrebbe suscitato emozioni vive e contrastanti. Successo, disperazione, tradizione. Francesco Girelli diede la luce al suo progetto vinicolo, sostenuto nel tempo da un testimone passato di mano in mano tra gli eredi, Aldo, Luciano fino ad arrivare ai pronipoti Claudio, Roberto e Valentino, oggi gli alfieri dell’azienda di famiglia, che dal 2010 prende il nome di Montonale, come la località in cui sorge. Ed è destinata a far parlare di sé anche oltre i confini nazionali.
TUTTO IN FAMIGLIA – Tre fratelli, tre distinte personalità e competenze in nome di un sogno, come spiega Roberto, enologo: “L’intera realtà Montonale interpreta il nostro desiderio più grande: far rinascere l’attività di famiglia e far trasparire il nostro territorio attraverso i nostri prodotti”. Montonale si sviluppa a sud del lago di Garda, con condizioni climatiche uniche, tanto da essere il luogo più a nord d’Europa dove è possibile coltivare agrumi. “Noi siamo orgogliosi di rappresentarlo, e per questo abbiamo scelto di darci lo stesso nome”. Un legame con le origini più forte anche dei duri eventi della vita, come le diatribe di successione ereditaria che avevano costretto la famiglia ad una crisi quasi definitiva: nel ’98 il punto più basso, nessun vigneto a disposizione, prima della ripresa repentina all’inizio del nuovo millennio. Claudio si occupa dell’aspetto economico-commerciale, Valentino di quello agronomico: una squadra legata da sentimento e passione, con un obiettivo ben preciso.
DAL GARDA AL MONDO – “Abbiamo deciso di non prefissarci quantità da raggiungere, numeri da ottenere. Il nostro scopo è quello di puntare a una viticoltura di qualità, senza badare alle bottiglie vendute o al business plan”. Arrivare al meglio del meglio, per riqualificare un prodotto, il Lugana, che da tempo viene invece etichettato come troppo semplice o a esclusiva destinazione turistica: la risposta è arrivata veemente, solo lo scorso anno l’Orestilla 2015 di Montonale è stato riconosciuto come miglior bianco del mondo dalla prestigiosa rivista britannica Decanter. “Siamo artigiani, per cui la nostra motivazione è quella di far percepire la qualità del nostro lavoro. E abbiamo intenzione di farlo anche con un respiro internazionale:recentemente siamo arrivati nei migliori ristoranti del Perù“, per non parlare del impatto pesantissimo che hanno il mercato tedesco e statunitense: il 70% del Lugana prodotto (in generale) è destinato all’export. Si raggiunge l’80% se si considera la percentuale destinata al mercato interno, acquistata da turisti.
LA PROPOSTA – Lo Spazio Niko Romito in Duomo è una splendida opportunità per conoscere i prodotti Montonale, in una location suggestiva e di classe a pochi metri dalle guglie. La proposta regina (circa i tre quarti dell’intera produzione) è quella del Montunal, così chiamato in ricordo della pronuncia dialettale della terra d’origine. L’espressione autentica del vitigno autoctono del Montonale: un bianco minerale, dotato di acidità sapiente e di toni fruttati (pesca, agrumi), che vanno maturando con il passare delle annate. Più esotico e succoso l’Orestilla, il cui nome si ispira ad una scritta trovata su una stele in marmo risalente a 1500 anni fa, scoperta nel luogo di coltivazione: al naso richiama note di ananas e pesca gialla, eleganti, pulite. In bocca si ritrova la mineralità tipica del prodotto, arricchita da un sentore di erbe aromatiche e freschezza. È il risultato di una lavorazione specifica (100% Turbiana con vendemmia manuale in cassette), che affonda le radici in un territorio particolare, forse unico, nei 25 ettari di vigne intorno alla cantina: “La mineralità tipica dei vini è figlia dell’ultima glaciazione, che ha composto il terreno attuale”, spiega Valentino. “A questo va aggiunto un microclima fatto di importanti escursioni termica e dell’effetto mitigante del lago, cui si intrecciano i venti Ora e Peler”.
IMPEGNO GREEN – Completano la gamma Luce d’Alba (Brut Metodo Classico Millesimato), versione spumeggiante del Lugana; Venga (Benaco Bresciano Rosso) e Conta (taglio Cabernet Sauvignon e Merlot). Lo smisurato coinvolgimento dei tre fratelli alimenta inoltre una mentalità propositiva e a tratti innovativa: Montonale si impegna infatti da sempre per la sostenibilità ambientale, e ha implementato tecniche di nuovo respiro. “Abbiamo un impianto di irrigazione con fotovoltaico, per il rispetto del territorio. E siamo stati i primi in Lugana ad adottare una politica di prevenzione e analisi del terreno: attenzione alle patologie, confusione sessuale, una coltivazione che permette di gestire al meglio le condizioni di ciascuna annata”. Ogni sforzo è votato all’onorare il territorio, nel segno dell’azienda di famiglia che meritatamente sta mietendo successi sia in Italia che all’estero. Era forse questo il sogno del bisnonno Francesco.
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