Terra di magia e bellezza, la Sicilia. Amica di tutti, segreta ai più, facile per nessuno. Ricchissima di gioielli da scoprire, anche nel settore del beverage. A guidarne uno ci sono Guido Spinello e Christian Sciglio, cugini originari e protagonisti della loro Taormina, dove dall’inizio degli anni duemila portano avanti un progetto d’amore ed eccellenza. A loro si è aggiunto un bartender d’eccezione, e adesso si comincia a guardare oltre i confini.
L’idea Morgana nasce vent’anni fa, come spesso accade, per caso. Guido era praticamente in aeroporto per andare a studiare a New York, mentre la sua famiglia aveva acquistato un immobile a Taormina. Christian aveva appena finito la sua esperienza nel locale dei suoi: “Pensammo che sarebbe stato l’inizio di un bel viaggio, aprire un posto solo nostro. E all’inizio era una sorta di pub, birra alla spina e qualche cocktail”. Ci vuole poco perché il Morgana diventi il luogo di Taormina: amici, amici di amici, turisti, chiunque. Il motore che ha portato al concept attuale iniziava a scaldarsi: “Ci siamo resi conto, negli anni, che gli ospiti iniziavano ad avere esigenze diverse dalla nostra proposta. Abbiamo lavorato su noi stessi, siamo mutati, migliorati, ci siamo evoluti”. Con un solo credo: la qualità.
Negli ultimi vent’anni, quindi, “abbiamo cercato di creare una realtà che a Taormina mancava. E che forse ancora manca, il progetto Morgana è sempre in fieri”. Letteralmente: a ogni stagione, il design del locale si rinnova, per proporre agli ospiti un’esperienza complessiva diversa a ogni visita. Per il 2020 il tema è Never Give Up, mai arrendersi: non c’è bisogno di spiegazioni. L’offerta è essenziale ma profondissima: cocktail e champagne, con la curva della qualità e delle etichette di pregio che si impenna regolarmente. È su queste basi che è iniziata la collaborazione con un altro figlio di Sicilia, trai più apprezzati bartender in Italia e oltreconfine: Paolo Viola, già resident al Rivoli Bar del Ritz di Londra e bar manager per Terrazza Calabritto, tra Napoli e Milano. “La voglia di crescere e migliorare ci ha portato a capire l’importanza di un manager esperto ad alto livello, soprattutto appassionato, umile per portare avanti il nostro progetto, senza dimenticare i nostri sogni”.
L’equazione ha dato come risultato Paolo, cui è stata proposta l’avventura dopo una masterclass di Belvedere, della quale Paolo è brand ambassador, tenutasi al Morgana. “All’inizio pensavo scherzassero. L’impatto con Taormina dopo aver vissuto a Milano è importante, si viaggia a velocità diverse. La Sicilia è un gioco di equilibrio, c’è da dare tanto ma anche dosare le energie e seguire le vibrazioni”. Un ritorno a casa quindi, per Paolo che è nato in Germania ma cresciuto a Palermo: “Mi sono reso conto che trai miei sogni c’era quello di tornare in Sicilia. Avevo ricevuto qualche offerta, ma non vedevo progetti o prospettive che me lo permettessero, o sposassero le mie visioni. Quando sono venuto al Morgana ho visto la passione e la dedizione dei ragazzi, tutto quello che avevano creato. Piuttosto che scappare come abbiamo fatto in molti, sono rimasti e hanno costruito. Mi hanno infuso coraggio, anche se un minimo di brivido c’è sempre”.
Soprattutto in questo periodo così assurdo, in cui le certezze sono risicate e le fatiche triple, per tutti e a maggior ragione per questo mercato. Eppure un modo per sfruttarlo è stato trovato: “Il COVID-19 ci ha stroncato, certo. Ma ci ha anche permesso di rodarci e arrivare sulla stessa lunghezza d’onda. Nel periodo più buio abbiamo tirato fuori i migliori progetti, ci siamo avvicinati di più, abbiamo legato. Abbiamo aperto a luglio, in ritardo, ma in condizioni perfette”. Entrare al Morgana vuol dire trovare un connubio tra colori e musica, servizio e sorriso. “Le mascherine sono un ostacolo, ma l’approccio personale con gli ospiti fa ancora la differenza”. E vuol dire anche una bottigliera di livello assoluto, con prodotti super premium e di nicchia, l’intero contorno del bar d’altissima gamma, dal ghiaccio ai bicchieri, ai dettagli costruiti e pensati negli anni.
La scommessa su Viola è uno dei passi fondamentali verso la realizzazione dei sogni del Morgana, che parlano di comunità, impegno, futuro: “Con Paolo diventiamo un luogo di opportunità: vogliamo costruire un team di lavoro, una scuola per i ragazzi che hanno voglia di proiettarsi in questo mondo. E creare l’eccellenza che la Sicilia merita e di cui ha bisogno. Siamo arrivati a uno standard di accoglienza elevatissimo, Paolo ci aiuterà a raddoppiarlo, per essere pronti quando la richiesta tornerà a farsi importante”. Per ovvi motivi, infatti, al momento l’affluenza è ridotta rispetto al passato. Ma i piani all’orizzonte sono chiarissimi, e luminosi: “La Sicilia e Taormina nei prossimi anni punteranno sempre di più su un’ospitalità di altissimo livello. E noi ci saremo, mantenendo la nostra identità: chi viene a trovarci non deve aspettarsi necessariamente un cinque stelle. Deve aspettarsi un’esperienza Morgana”.
Si era partiti con birrette e speranze, oggi si parla di un luogo d’avanguardia e qualità, che funziona anche come appuntamento per apprendere: “Il bere è cambiato, il consumatore è più curioso, le informazioni girano di più”, racconta Viola, che si schiera amorevolmente in difesa della sua terra. Non è mai facile paragonarsi a realtà come Roma o Milano quando si parla di bar, ma timore reverenziale non ce n’è, anzi. “Abbiamo materie prime importanti, abbiamo voglia. La regione offre tantissimo, dalla frutta ai liquori, cerchiamo di scoprire noi stessi prima di andare oltre, anche nelle decorazioni vegetali. L’Italia, e la Sicilia a maggior ragione, sono patria del vino, proporre un drink più complesso potrebbe non essere facile. Qui però ho visto fame di scoprire nuovi gusti, nuove esperienze. Ci dà stimolo e voglia di provarci”.
Vent’anni o quasi, da quando Christian volava in Asia, Indonesia o per l’Europa, formandosi al bancone e dando respiro ai suoi sogni. O da quando Guido faceva avanti e indietro dagli Stai Uniti, a colorarsi gli occhi e le idee, per rientrare a Taormina “a volte quasi troppo carico, avevo così tanti spunti che facevo confusione”. Il Morgana si è affermato al top, ma rinasce ogni estate e si rifà il trucco per adattarsi e fare un passo in più. I progetti si moltiplicano, tutti all’insegna dell’eccellenza e dell’ospitalità: un angolo food per un’offerta complementare, l’apertura di un punto con approccio più easy (“Morgana in piazza”), forse una nuova avventura nel mondo dell’ospitalità, con un albergo. E poi stabilire il marchio Morgana in tutta la Sicilia, e magari in Italia, per raccontare come tre anime conterranee possono declinare e promuovere il bello, il bellissimo della loro regione. Milano? “Non escludiamo nulla”. Per fortuna, perché avercene di storie così, in tutta Italia.