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Si chiama Myfoody, la piattaforma lanciata ormai da qualche tempo dalla startup innovativa milanese Anagramma con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare nelle catene della Gdo, avvisando gli utenti delle disponibilità di articoli ormai vicini alla scadenza. Un sistema che in tempi di Coronavirus ha tracciato dei trend interessanti delle abitudini di spesa degli italiani, con le insegne delle Gdo che hanno avuto delle impennate dei consumi e con il traffico di questa app  destinato ad aumentare.

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Tra le catene  della Gdo che hanno aderito al momento ci sono Lidl, Coop Unicop Tirreno, Carrefour Express, per cercare di combattere il trend che ogni anno vede in Italia finire nella spazzatura circa 20 milioni di tonnellate di cibo. Lotta allo spreco alimentare, con la gestione delle eccedenze, il coinvolgimento della community in rete e aumentando anche il drive to store. Uno strumento quello di Myfoody nato dall’amore per il cibo e per l’ambiente, utenti giovani in prevalenza che hanno nel dna le scelte di acquisto consapevoli e sostenibili con l’online al servizio dell’offline. Sul sito anche una sezione blog con tanto di vademecum anti-spreco e tanti utili consigli per ridare vita agli scarti, ricette anti-spreco e di tutti i segreti del vivere sostenibile.

 

Nel 2019 questo business model permesso di “salvare” circa 800.000 prodotti, un trend che non è venuto meno neppure in queste settimane segnate dall’epidemia di Covid-19. Da quanto riportato in un articolo al Sole 24ore in un’intervista al fondatore della startup Francesco Giberti, l’utilizzo dell’app dalle decine di migliaia di utenti di Myfoody in cinque regioni italiane ha permesso di monitorare gli effettivi accessi  in store e di rilevare alcuni fenomeni.

Aumentano i consumi, ma diminuiscono le presenze fisiche in negozio, con spese meno frequenti ma più voluminose. Si conferma lo spostamento a livello geografico dell’emergenza nelle maggiori città in cui è attivo MyFoody. Milano è stata la prima a registrare un calo degli accessi a partire dal 24 di febbraio e in maniera graduale con riduzioni vicine al 30%, a Torino e Bologna la flessione è invece cominciata a partire dal 7 marzo, ma è arrivata al 59% e all’82% rispettivamente mentre a Roma gli effetti si sono visti a partire dal 13 di marzo, con una regressione delle visite in negozio del 65% di settimana in settimana.

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La tipologia di prodotti acquistati a rischio spreco sembra essere un trend del Coronavirus. Alcuni beni appartenenti alle categorie dei freschi di prima necessità rischiano di rimanere a scaffale, mentre sembra invece spariti dalla lista dei prodotti a maggiore rischio di invenduto alimenti come latte e burro,  aumenta la possibilità di spreco per verdure fresche di veloce deperibilità come l’insalata. Cambiamenti di abitudini che hanno suggerito a MyFoody di lanciare un’iniziativa accessibile attraverso gli hastag #iorestoacasa e #asprecozero e il tag @myfoody, con la condivisione di consigli per l’autoproduzione cosmetica, ricette per ridurre al minimo gli scarti e altri spunti per affrontare le giornate da passare tra le mura domestiche.

INFO www.myfoody.it

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