Sarà un Natale con meno brindisi con previsioni di chiusura di anno molto pesanti per il mercato nazionale. Lo dice uno studio che Federvini ha affidato a TradeLab, per analizzare il mercato del fuori casa che continua a risentire enormemente delle perdite legate all’andamento della pandemia e alle misure restrittive che in questa fine di anno saranno ancora più rigorose.
Il valore dei consumi fuori casa di vini e spiriti registra una perdita notevole che incide fortemente sul consuntivo di fine anno. Se nel 2019 il valore complessivo nel consumo fuori casa per il settore vini è stato di oltre 2,3 miliardi di euro, quest’anno la contrazione non permetterà di arrivare a 1,4 miliardi di euro, ossia quasi -40%. Ancora peggio per gli spiriti: il valore pari a circa 960 milioni di euro dello scorso anno sarà quasi dimezzato nel 2020, riducendosi a circa 570 milioni di euro (-41%).
Le stime per il fine anno sono peggiori rispetto alle indicazioni dei dati di novembre perché si attesta a -74% per la categoria vino e a quasi -80 % per la categoria spiriti. Ad incidere sulle performance al ribasso le chiusure dei locali varate dal “Dl Natale”, vista la maggiore concentrazione di consumi fuori casa proprio in questo periodo. Un panorama con differenze tra le varie regioni. Per i vini, si va da un -40% annuo per la Lombardia ad un -31% del Molise, mentre per gli spiriti risulta essere ancora la Lombardia la più penalizzata con -45% per chiudere con la Puglia che si assesta ad un -35%.
Una crisi che colpisce il mondo dell’ospitalità a partire dall’horeca, si cerca di essere ottimisti per una pronta ripresa. I numeri di TradeLab parlano rispetto al 2019, il cosiddetto Away From Home è letteralmente crollato del 40%, passando da 85 a 53 miliardi nel 2020. “Sono dati che ci fanno preoccupare e che indubbiamente incidono sui fatturati delle Aziende anche in considerazione dello scenario internazionale – il commento di Sandro Boscaini, Presidente di Federvini. “Ma vogliamo guardare al futuro con ottimismo e voltare pagina. Il nostro tessuto imprenditoriale ha subito uno scossone senza precedenti, ma ha saputo reagire e dimostrare di essere ugualmente capace di affrontare una congiuntura così negativa sia sul mercato interno che all’estero. Dunque siamo pronti a ripartire: chiediamo alle istituzioni di accompagnare la nostra ripresa e sostenerla perché i nostri settori possano tornare ad esprimere l’immenso valore economico sociale e culturale che li contraddistingue”.
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