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Nespresso verso il caffè green: “Emissioni zero entro il 2022”


Un gigante per un futuro migliore: Nespresso, colosso del mondo del caffè sotto l’ombrello Nestlè, ha dichiarato il proprio impegno per eliminare l’impatto ambientale dei propri prodotti entro il 2022. Tre le aree in cui l’azienda investirà: piantagioni, riduzione delle emissioni e progetti di qualità.



La posizione di partenza non è di quelle ottimali: Nespresso ha infatti da lungo tempo attirato le ire dei consumatori per il proprio credo che parla di impatti ambientali rilevanti, con le capsule e le spedizioni centralizzate dalla Svizzera. Ciononostante, il brand è fiducioso: “Il riscaldamento globale è un problema reale, è il nostro futuro dipende dalla velocità con cui reagiamo e sposiamo la sostenibilità”, spiega il CEO Guillaume Le Cunffe. “Per questo ci impegniamo per poter arrivare a offrire un caffè ottenuto dalle migliori e più rare piantagioni, ma completamente sostenibile“. Nespresso punta quindi ad abbattere le emissioni del proprio ciclo produttivo, dopo aver ottenuto la cosiddetta carbon neutrality in ambito di operazioni business.

Il marchio di fabbrica dell’azienda è la classica capsula, incensata perché, stando a quanto raccontano i portavoce, riduce effettivamente gli sprechi di caffè, acqua ed energia. In un’intervista a BeverageDaily.com, un portavoce ha spiegato come “per quanto apparentemente contraddittorio, l’impatto ambientale di una capsula è simile a quello del caffè filtro o di una moka, addirittura minore rispetto alle macchine per la torrefazione diretta da chicco a caffè estratto”, concetto confermato anche dal Life Cycle Assessment del 2018 (uno studio specifico di Nespresso). “Non è il packaging a esprimere l’impatto maggiore: sono piuttosto i consumi in casa, e per questo gli sprechi vanno completamente eliminati. Il sistema Nespresso utilizza un porzionamento scientifico di tutti gli elementi”. 

Nespresso utilizza inoltre capsule in alluminio, ritenuto materiale riciclabile e con maggiori capacità isolanti e conservanti. Dal 2014 il brand ha investito circa 204 milioni di euro nel riciclo e riutilizzo, con circa centomila punti di raccolta in più di cinquanta paesi. “Secondo le nostre stime, il 91% dei nostri acquirenti ha accesso a un punto comodo per smaltire le capsule, che sia sotto caso, nel luogo d’acquisto o entro un raggio di cinque chilometri dalla loro abitazione; e proponiamo un servizio di raccolta a domicilio in ventitré paesi”. Le stime, confermate comunque da Nespresso, parlano però di un mero 30% di capsule riciclate, per il cui incremento l’azienda sta “continuando a lavorare e incentivare”. 

Tre, dunque, le chiavi per arrivare alla carbon neutrality: la riduzione delle emissioni, che include l’utilizzo di energia rinnovabile nel 100% delle operazioni, e l’aumento della cosiddetta economia circolare, che utilizzi materiale riciclato. La cura delle piantagioni di caffè, declinata con il piantare alberi nelle loro vicinanze per creare un sistemo agricolo rigenerante, fatto di ombra e radici che proteggono foglie e chicchi da sole e frane. E gli investimenti collaterali in attività di supporto, come l’implementazione di energie pulite e la salvaguardia delle foreste, per accelerare l’impatto positivo sull’ambiente. Anche l’utilizzo di alluminio riciclato per le capsule è in cima alla lista degli obiettivi di Nespresso, perché “richiede il 95% di energia in meno per essere prodotto”.

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