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Io a Milano? Resisterei al massimo una decina di giorni, troppo forte la lontananza con la mia romagna. Parlava così Nicola Romiti lo scorso gennaio durante la Campari Barman Competition. Dieci mesi dopo lo ritroviamo dietro al bancone di Carlo e Camilla in Segheria. “Questa ormai è diventata la mia casa, qui mi sento davvero bene. La prima volta che sono entrato mi sembrava un sogno, sono stato contattato la sera subito dopo la finale della Campari Competition dall’allora bar manager Federico Volpe, che nel frattempo è diventato uno dei miei maestri e migliori amici”.

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Classe ’93, Nicola Romiti dietro al bancone di Carlo e Camilla in Segheria si trova a suo agio. Il sorriso stampato dietro la barba folta, l’accento romagnolo che fa subito allegria contagiosa, la stessa che aveva quando era salito sul palco a contendersi la Campari Competition. “Io sono così, forse in quella situazione sono stato sin troppo naturale, ma perché avrei dovuto agitarmi, stavo facendo le cose che mi piacciono e mi riescono meglio, questo lavoro è la mia vera passione”.

CUCINA LIQUIDA

L’inizio a quattordici anni, nei bar di paese quando aveva appena un po’ di tempo libero. Da me, da me, da me. Non c’è una specifica geo-localizzazione per Nicola Romiti, quella è semplicemente casa. Fossombrone, un paesino di diecimila anime nelle Marche, provincia di Pesaro e Urbino, nel circondario ha fatto le sue prime esperienze, all’interno di bar e locali notturni. Dove torna appena ha un po’ di tempo libero, due giorni attaccati e via verso la riviera romagnola. Ma oggi casa sua è sempre più il bancone di Carlo e Camilla, dove sta imparando tanto ed è divenuto in poco tempo un punto di riferimento del locale. “Sono salito al bancone appena praticamente appena subito dopo aver iniziato a gennaio, ho sempre cercato di fare al meglio quello che mi veniva chiesto, cercando di imparare da tutte le situazioni. Questo è un posto super, il più vecchio qui ha trent’anni, stiamo costruendo qualche cosa di importante grazie anche al lavoro di chi è stato qui prima di noi”. Il riferimento è a Filippo Sisti e Federico Volpe, nomi importanti che hanno lasciato un segno tangibile in Segheria prima di andarsene, quella cucina liquida che tra qualche anno, se non già adesso, verrà studiata sui libri di miscelazione e sui manuali del bere. “Filippo è un visionario, non ho avuto la fortuna di arrivare qui quando c’era ancora lui, ma di fatto è come se ci fossi stato. Con Federico c’è un rapporto speciale, mi ha fatto da guida in una miscelazione per me sino ad allora sconosciuta, siamo ancora in contatto anche oggi. Mi piace questo modo di proporre i drink, prima ero molto attento a tutti i prodotti nuovi delle aziende, oggi invece mi rendo conto che sono più concentrato sulla nostra linea e sulle possibilità che ci sono con utilizzo di ingredienti che non avrei mai immaginato”.

PASSIONE COMPETIZIONE

Cocktail da mangiare, belli da vedere, ma anche e soprattutto da assaggiare. E’ arrivato il momento della sua firma su alcuni drink, l’inizio con una limited edition lanciata per il periodo di Hallowen a base di zucca con zenzero, castagne, miele speziato, gin, foam all’amaretto, limone, carbone vegetale e mandorle tostate. “Come vedete basta un gin da lavoro, tutto il resto lo creiamo noi e qui sta il bello del nostro lavoro ma anche la parte che richiede molto studio e applicazione continua, andando in profondità di quello che sta dentro un prodotto”. Da Carlo e Camilla in Segheria si può cenare accompagnando le portate  con dei cocktail, ancora oggi la clientela si affida al bar per una vera esperienza di food pairing, ma anche semplicemente per dei drink classici. Non ha ancora visto molto Milano, preferisce stare in Segheria a sperimentare, oppure andare da qualche amico a bere un buon bicchiere, dai ragazzi del Mag, oppure al 1930. La passione per le gare si sente, basta pronunciare la parola competizione che a Nicola si illuminano gli occhi. In questo momento sta cercando un colpo a effetto per stupire tutti alla prossima Campari Barman Competition, quella che di fatto è stato il suo vero trampolino di lancio. “Le gare mi piacciono un sacco perché ti mettono alla prova ma soprattutto perché ti consentono di entrare in contatto con altri ragazzi giovani come me. Non sarei arrivato qui se non avessi fatto la Campari, quindi servono eccome queste competizioni, anche perché ti mettono in contattato con un sacco di ragazzi giovani di altre città che diventano degli amici e dei riferimenti con cui confrontarsi a distanza. Ho tanti di quegli inviti a cui rispondere che non so dove troverò il tempo per andare a trovarli”.

SHAKERARE CON CARLO CRACCO

Tanti aneddoti e racconti in questi mesi dietro al bancone della Segheria, una clientela esigente, internazionale ma anche milanese, qui si viene apposta, per mangiare ma anche e sempre più per bere. Il racconto più divertente aver visto il patron Carlo Cracco shakerare durante un evento organizzato dagli Ambasciatori del Gusto a fine serata. “E’ una persona eccezionale, quando passa di qua nei ritagli di tempo libero dopo l’apertura del ristorante in Galleria è sempre molto gentile e prodigo di consigli verso i più giovani. Qualche settimana fa c’è stato un evento con gli Ambasciatori del Gusto ed è stato bello e divertente shakerare insieme dietro al bancone. Ci siamo divertiti un sacco, la mia filosofia è fare le cose sempre con il sorriso”. A 25 anni il futuro davanti e la possibilità di continuare a sperimentare in uno dei locali  più importanti non solo di Milano.

INFO: www.carloecamillainsegheria.it

 

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