La marca privata anche nel 2011 ha rappresentato per i distributori italiani un’importante fonte di crescita dei fatturati con un trend a valore pari a +7,4%1 negli Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio, performance molto positiva se consideriamo che la crescita media del fatturato di tutte le altre marche è stata pari all’1,1%. L’incidenza sul fatturato del Grocery ha raggiunto il 16,4% (a scapito soprattutto dei leader di marca e dei piccoli brand) e il fatturato totale si è chiuso a 8,3 miliardi di €.
Il bilancio Degli ultimi quattro anni mostra una crescita della marca privata sul largo consumo di 3,2 punti (da 13,2 del 2007 al 16,4 del 2011) che, in termini di fatturato, rappresentano circa 500 milioni. Analizzando la situazione ad un livello di dettaglio maggiore è possibile spiegare che la crescita del fatturato avviene attraverso l’azione di due fattori. Prima di tutto la dinamica inflattiva ha avuto un maggiore impatto sui prodotti private label strutturalmente più reattivi agli aumenti delle materie prime (incidenza minore dei costi “accessori”); inoltre il fatturato è stato sostenuto dalla crescita dei volumi (+5,8%) a testimonianza di un maggior consumo dei prodotti a marchio rispetto al totale dei prodotti di largo consumo che invece registrano delle variazioni negative di confezioni acquistate (-0,2%).
I distributori hanno riempito gli scaffali con un numero sempre maggiore di prodotti della propria insegna presidiando segmenti di mercato e fasce di prezzo diverse. Hanno quindi offerto ai loro clienti la possibilità di acquistare prodotti non solo con un ottimo rapporto qualità prezzo, ma anche funzionali (salutistici, biologici) o diretti a target specifici (prodotti kid per ragazzini, celiaci), ecologici, equosolidali, Km0, prodotti tipici e premium. L’ampliamento dell’offerta è testimoniata dall’incremento del numero di PL vendute settimanalmente in un punto vendita (da 456 a 525). Gli italiani riconoscono alla marca privata un ottimo rapporto qualità/prezzo e non per questo ritengono che sia adatta unicamente alle famiglie con budget di spesa più contenuti (18% vs la media europea di 33%6).
Un quarto della popolazione italiana ha dichiarato infatti che mediamente la qualità dei prodotti a marchio privato è uguale o molto simile a quella dei brand più famosi. Inoltre una fetta molto più consistente della popolazione italiana rispetto a quella europea (43% vs 35%) ritiene che alcune marche commerciali abbiamo una qualità molto più alta rispetto alle corrispondenti marche industriali.
+info: nielsenfeaturedinsight.mag-news.it/nl/l.jsp?Wd.BIe.ErK.KK.Gx.4x0x