Il comparto lattiero-caseario è in flessione a causa della contrazione dei consumi di latte, un fenomeno che è da leggersi in una tendenza a rivisitare il mondo della colazione all’italiana, dove il latte non è più la bevanda principale (effetto anche delle diffuse intolleranze) ma è spesso sostituita da caffè, succhi di frutta o da varietà di latte differente, come quelli ad alta digeribilità e funzionali o dalle bevande vegetali. La private label continua a crescere, pur con un andamento piuttosto lineare e senza grandi “strappi”, ma gli italiani rimangono fedeli alla marca rispetto a quanto accaduto in altri mercati europei. Questo perché “delegano” al prodotto branded una promessa di qualità che specialmente nel fresco è una delle principali variabili di scelta; sebbene anche in questi comparti la private label si sta ritagliando ogni anno di più una fetta importante dei consumi.
La crescita della marca privata nel fresco è frutto di una politica commerciale aggressiva in termini di comunicazione al consumatore e di allargamento distributivo, in particolare da parte di alcune insegne che, soprattutto nel settore lattiero-caseario, hanno cercato di costruire la propria immagine e di differenziarsi basandosi sull’ampliamento assortimentale delle PL di qualità, rintracciabilità e freschezza.Inoltre continuerà la crescita del Discount che mai come oggi rappresenta sia il canale del risparmio e della convenienza per le famiglie basso e medio spendenti ma anche un canale alternativo al supermercato, in grado di offrire un assortimento quasi del tutto equiparabile alla gdo ma con una convenienza maggiore. Al centro-sud il discount è a tutti gli effetti vissuto come un ipermercato o supermercato. Nel 2012 è aumentato il numero di regioni in cui il fatturato dei discount per mq è risultato più altro rispetto a quello dei super+iper: Lazio, Basilica, Puglia, Sicilia e Calabria (fonte Nielsen Osservatorio Discount).All’interno del comparto lattiero caseario stupisce in negativo la performance dello yogurt, che finora ha trainato il comparto. In realtà lo yogurt tiene sul prodotto base: magro e intero, che insieme sviluppano l’80% delle vendite e che continuano il trend di crescita. Flette invece il funzionale probiotico, prodotto tipicamente d’impulso e con un’elevata battuta di cassa rispetto a un vasetto di yogurt base.
Nella distribuzione moderna si assiste al primo segno negativo del comparto formaggi, che decresce principalmente a causa delle contrazioni delle vendite a banco taglio, dove sono presenti prodotti più stagionati che pertanto hanno anche una più elevata battuta di cassa come €/kg, sono più deperibili e meno porzionabili. Inoltre, in un mondo in cui il tempo è la risorsa più scarsa, risentono dell’assortimento del libero servizio e dei banchi take away, che per quanto riguarda i formaggi in particolare hanno un percepito di qualità molto simile al prodotto sfuso a banco taglio. La flessione è determinata anche dalla minor crescita rispetto a un anno fa del peso fisso: solo i formaggi freschi nel 2012 sono cresciuti, grazie anche al contributo positivo delle private label.
Fonte: www.nielseninsights.it aprile 2013