Nell’ultimo anno i consumi di Liquori Dolci, includendo anche le Creme, hanno registato una flessione allineata a quella del comparto degli Alcolici nel suo complesso (-4,6% vs anno precedente per le vendite a volume).
Quando parliamo di Liquori Dolci parliamo comunque di un insieme di prodotti tra loro molto differenti che quasi costituiscono un comparto a sè.
Dal limoncello, al mirto fino al triple sec o al maranschino; sono prodotti molto diversi tra loro, che vogliono raggiungere target diversi, in termini di consumatore, e che hanno modalità di utlizzo molto variegate.
E’ il Limoncello a soffrire maggiormente ed è una tipologia di prodotto principalmente legata ad un momento di consumo “dopo pasto”. Le difficoltà che la Ristorazione ha attraversato in questi anni, forse più marcate di quelle del Bar classico, ne ha fortemente penalizzato i consumi.
Gli Anici e la Sambuca sono invece i prodotti che riescono a tenere meglio i consumi e, anzi, è da notare l’andamento positivo che questi prodotti hanno all’interno dei bar serali, dove il consumo è ancora marginale ma sta crescendo.
Tutti i Liquori Dolci possono essere accomunati da alcuni fattori chiave che sono il moderato contenuto alcolico, la versalità di consumo (liscio ma anche mixato), la facilità di degustazione data dalla connotazione “dolce” e infine in molti casi un’immagine di naturalità.
In un contesto già così variegato, e influenzato negativamente da una situazione economica che ancora non sembra premiare un ritorno verso i consumi fuori casa, si dovrebbe investire sulla ricerca di nuove modalità di consumo, piuttosto che sull’ampliamento dell’offerta.
In questo senso andrebbe sfruttato maggiormente l’Happy Hour e tutte le situazioni vicine all’aperitivo per proporre modi alternativi di consumo e rivitalizzare un comparto che nell’ultimo periodo è piuttosto penalizzato anche all’interno dei Bar.