Il mercato degli investimenti pubblicitari nel mese di gennaio chiude in calo dell’1,6% rispetto allo stesso mese del 2016, pari a circa 6,9 milioni in meno. Se si aggiungesse anche la stima sulla porzione di web attualmente non monitorata (principalmente search e social), il mercato chiuderebbe il mese di gennaio in pari (+0,4%).
“Il mercato a gennaio è stato tendenzialmente piatto, come ci si poteva aspettare” – spiega Alberto Dal Sasso, TAM e AIS Managing Director di Nielsen. “Storicamente il primo mese è poco rappresentativo per una previsione sull’anno. Considerando che il 2016 è stato un anno a due velocità, con un primo semestre a +5,2% e un secondo a +2%, possiamo prevedere una prima parte del 2017 meno dinamica rispetto alla seconda”.
Relativamente ai singoli mezzi, la TV chiude il mese con un decremento dello 0,5%. Quotidiani e periodici iniziano l’anno rispettivamente con un calo del 13,2% e dell’1,5%.
Gli investimenti sul mezzo radio crescono invece del 3,9%. Internet, relativamente al perimetro attualmente monitorato in dettaglio, raccoglie il 3,6 in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Sulla base delle stime Nielsen sul digitale in generale (aggiungendo dunque la porzione di mercato non monitorata in dettaglio) la raccolta dell’intero panorama del web advertising è in crescita del 7,1%.
In trend negativo il cinema (-5,4%), l’outdoor (-28,5%), la goTV (-8,3%) e il transit (-4,5%). In terreno positivo il direct mail (4,4%).
Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 10 in crescita, con un apporto complessivo di circa 18 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti: alle performance positive di alimentari (+4,1%), automobili (+3,9%) e farmaceutici (+15,9%) si contrappongono i cali delle telecomunicazioni (-19,5%), media/editoria (-5,0%) e distribuzione (-7,9%). Abitazione (+11,4) e tempo libero (+7,7%) sono alcuni degli altri settori che contribuiscono alla crescita.
“Aspettiamo di vedere i dati consolidati del primo trimestre per valutare la tendenza del 2017” – conclude Dal Sasso. “Il fatto che la stessa BCE abbia rialzato di un decimale di punto le previsioni di crescita dell’Eurozona e che veda scongiurata la minaccia deflazionistica ci fa guardare al 2017 con moderata fiducia”.
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