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“Per miscelare una bevanda che rispecchi i vostri gusti, dobbiamo capire chi siete, cosa vi piace, che musica ascoltate. Per questo vi proponiamo di fare due chiacchiere con i nostri barmen per sviluppare assieme un vero percorso a crescente gradazione alcolica”. È questa la definizione di cocktail artigianale che si legge sul menu di Nodo.
Un raffinato cocktail bar che, nel cuore del centro storico di Roma, Piazza delle Coppelle propone una visione fortemente identitaria. A partire dal nome stesso che è l’acronimo di Non Ordinary Drinks Organization. Un approccio personalizzato che coinvolge anche il tenore alcolico di ogni singola preparazione. A illustrare la filosofia di questo innovativo progetto, Ruggero Wolleb, uno dei tre soci insieme a suo fratello Gerardo e a Raffaella Foglia:
“Abbiamo puntato molto sul tailor made. In una città come Roma, dall’ampia offerta ricettiva è essenziale differenziarsi. Vogliamo che il nostro cliente si senta coccolato e seguito nelle sue scelte. Personalmente sono contrario a ripartire i cocktail in base al momento della giornata, con la classica ripartizione in pre o after. Preferisco esplicitare la gradazione alcolica anche per suggerire cosa si va effettivamente a bere. Anche il nostro menu è una riproduzione fedele di quanto offriamo in miscelazione. Quel bicchiere in fotografia corrisponde esattamente alla realtà. Naturalmente non mancano signature e classici ma riuscire ad avere un drink che corrisponde esattamente ai desideri del cliente è unico. Di base si ha sempre voglia di proporre qualcosa di insolito. Molta gente viene anche con questa esplicita richiesta, e noi cerchiamo di soddisfarla”.
La legenda esplicitata nel menu aiuta ad orientarsi fra le proposte. Si passa dal very light al very strong, con nel mezzo light, medium e strong. Un semplice asterisco è la guida fra le creazioni del team di Nodo, ovvero il bar manager, Maurizio Musu, l’head bartender Leonardo Girini e la bartender Benedetta Fiorentini.
La drink list, intitolata “Welcome to the Sinners”, propone otto cocktail signature freschi, leggeri e con una gradazione alcolica moderata. Tra i nuovi, spicca “Il lato piccante dell’amore”, un mix agrumato e speziato di cordiale di mango, zenzero, pepe nero, rum flor de cana e cachaca.
Una drink list capace di coniugare due anime: da un lato quello peccaminoso che vede nel bar un luogo di tentazioni, dall’altro il viaggio, la scoperta del Giappone e della sua cultura che si contamina con il resto del mondo. Nascono così “Il Samurai” con Toki blend japanese whisky; “Doppio Sogno” con infuso alle foglie di shiso rosso, sake yuzu e sciroppo di riso.
Tra i nove classici e, sempre più apprezzati, cocktail fissi di Nodo c’è poi:
- “Elisabetta d’Inghilterra”, un twist sul gin tonic con gin infuso al cardamomo verde e cordiale al cetriolo con tonica yuzu artisan.
- “La macchina del vento”, un cocktail fresco e piccante a base di gin, cordiale di cetriolo, mela e zenzero. Se si dovesse racchiudere in una semplice frase la filosofia del made in Nodo, lo si potrebbe definire un twist su un twist visto che spesso la base di un cocktail è stravolta anche con sette ingredienti diversi.
- La sezione declinata sui cocktail Martini interpreta al meglio questa idea. Si lavora per cercare di divulgare la cultura del bere di qualità fra i giovani che rappresentano un pubblico non ancora formato.
“I gusti si stanno evolvendo e indubbio che si ambisce ad un prodotto di livello – continua Ruggero Wolleb – Non siamo più in presenza di gusti piatti. La miscelazione anche con spirits non ordinari fino a qualche tempo fa, penso al mezcal e ai distillati dell’agave stanno conquistando fette importanti di pubblico. La nostra clientela, sebbene il nostro locale sia ubicato in una zona ad alta densità turistica, è composta per buon parte anche da romani. D’altronde siamo a ridosso del Parlamento e vicino a moltissimi studi professionali. Siamo stati in grado di fidelizzare una fascia importante di utenti che partono magari con l’aperitivo e poi scelgono di fermarsi anche a cena. Dal punto di vista del food abbiamo studiato piatti che potessero giocare in sinergia con la miscelazione. Sempre però con un occhio alla tradizione capitolina ed italiana. Noi italiani abbiamo una forte identità a tavola, e sebbene qualche volta scegliamo di sconfinare nell’esotico cerchiamo per lo più di rimanere ancorati alla memoria”.
Il menu della cucina, ideato dallo Chef Samuele Pellegrini, è un viaggio sensoriale attraverso sapori e ingredienti di alta qualità. I piatti, reinterpretati in chiave moderna, spaziano dal pastrami mediterraneo al maritozzo alla cacciatora fino agli squisiti taglieri di salumi e formaggi selezionati. Si trova poi la bruschetta mantovana, la focaccia delle Coppelle, il carpaccio alla carbonara, i gyoza di mazzancolle e la ceviche di spigola. Ogni ricetta è pensata per esaltare le materie prime, prevalentemente locali, con un tocco di originalità per renderle uniche.
“Ogni volta che rivolgo lo sguardo fuori dalla cucina, realizzo che sono nel cuore della città eterna – puntualizza Pellegrini – dunque non potevo abbandonare la tradizione della nostra cucina. Ho ritenuto invece importante lavorare fianco a fianco con il bancone della mixology. Questo è un mondo molto stimolante, in special modo considerando il grande contributo delle spezie.”
+Info: www.nodoroma.it/
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