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Dopo aver sviscerato il mondo della birra, ora Agostino Arioli si lancia nella nuova avventura dei distillati con sette nuove proposte. Ma ricorda: “Non è una scelta birra o spirits, non vogliamo cambiare direzione, vogliamo integrare”.

Le sette proposte di Agostino Arioli, dall’amaro Marasso fino agli Albedo, passando per il Capparis e il gin Drytto

Prendete un mastro birraio d’eccezione come Agostino Arioli, fondatore nel lontano 1996 di Birrificio Italiano, uniteci una innata passione per la distillazione e le botaniche ed ecco che nasce Birrificio Italiano Spirits, la nuova linea di sette distillati.

L’idea di lanciarsi in questo mondo, con la solita creatività che lo contraddistingue, ad Arioli è venuta nel 2019, quando nasce l’idea di Strada Ferrata, una distilleria artigianale che affonda le sue radici nel mondo della birra. Lì, come racconta lui stesso, comincia a sviluppare questa idea, e nel 2021 avvia le fermentazioni e successive distillazioni di Strada Ferrata. A fine 2022 Arioli decide di proseguire da solo in questa sua ricerca, uscendo dal progetto di Strada Ferrata, e fondando così la sua linea di distillati e liquori chiamata Birrificio Italiano Spirits, di cui fanno parte l’Amaro Marasso, il Capparis, 4 distillati bierbrand (distillati di birra, ndr) e Drytto, un London Dry Gin. Sette proposte che seguono fedelmente i principi cardine che Arioli utilizza per le sue birre: dalla costante ricerca dell’equilibrio organolettico fino alla scelta degli ingredienti e dei loro dosaggi. Inoltre, sottolinea un punto fondamentale per Birrificio Italiano: “La nostra indipendenza è un valore che accompagna da sempre Birrificio Italiano e che consente da un lato di svolgere bene il nostro lavoro, controllando direttamente l’intera filiera, dall’altro di proporre al nostro cliente un prodotto di alta qualità”.

Da un amaro fino a quattro distillati di birra, ecco le sette proposte

Data la ricerca alla base, la complessità e la differenza tra i prodotti, per analizzare al meglio le sette proposte di Agostino Arioli è necessario analizzarle separatamente.

Si parte dall’Amaro Marasso, fiore all’occhiello della collezione visto che è stato anche premiato a Londra. Un digestivo “col morso”, diretto, senza compromessi. Non a caso prende il nome da un serpente (che ritroviamo anche sull’etichetta), il Marasso. Mesi e mesi di studi per bilanciare al meglio le sedici botaniche all’interno e sperimentare infusioni. Anche per questo,  oltre all’amaro a non accettare compromessi è anche Agostino: “Controlliamo ogni passo della ricetta: dall’acquisto delle erbe che viene fatto in prima persona, fino alla macerazione e distillazione fatta da artigiani di fiducia. Ad esempio, all’interno del Marasso non ci vanno più di 35 g/l di zucchero“.

Segue il Capparis un aperitivo nato dall’infusione alcolica di capperi di Pantelleria ai quali si aggiunge scorza d’arancia, pepe rosa, assenzio e quassia amara. Da gustare liscio o on the rocks, ma anche miscelato nel loro “Dirty Capparis” con gin e dry vermouth. Questa versatilità è data dall’abilità di trasformare ingredienti insoliti, come i capperi con la loro nota salata, in un distillato unico nel suo genere e che, a ogni sorso, ricorda i sapori del Mediterraneo. Anche per questo,  in etichetta troviamo il disegno di una donna, con fiori di cappero nei capelli e i frutti del cappero, i cucunci, come orecchini.

Il terzo protagonista è il gin Drytto. Il nome spiega già tutto: un gin schietto, classico, un London Dry diretto e senza fronzoli. Il Drytto è un gin secco impreziosito da cinque botaniche: dal ginepro, fino al pepe nero, l’angelica, il coriandolo e, qui si nota il tocco estroso di Agostino, la combawa (una pianata diffusa in Australia e Nuova Zelanda, nota anche come lime kaffir).

Chiudono, ultimi ma non in ordine di importanza, i quattro Albedo. Prima di addentrarci però, Arioli ci tiene a spiegare il perché di questo nome: “Albedo è sia la parte bianca della buccia degli agrumi, ma in questo caso lo abbiamo chiamato così perché si tratta della seconda fase dell’opera alchemica“. Si tratta di quattro distillati di birra, un modo per unire il principale mondo di Agostino, quello appunto della birra, con la passione per i distillati. Una versione in purezza, a 40 gradi alcool, le altre tre, a 47 gradi alcool, caratterizzate da un ulteriore passaggio temporale in tonneaux di Moscato Giallo altoatesino per 4 anni. Per le altre tre, terminato questo secondo passaggio, le strade si dividono: un terzo completa l’invecchiamento nella medesima botte, mentre dei rimanenti due terzi uno attraversa un finishing in botte da rhum della Martinica, l’altro in botte da peated whisky. All’assaggio si percepisce in maniera chiara la differenza tra ognuno di questi quattro distillati. L’Albedo puro, o “bianco”, ricorda proprio la birra con i suoi profumi e sapori. Gli altri tre: uno ricorda la dolcezza dell’uva di Moscato, poi il gusto si fa più deciso prima con quello finito nel rhum e, ultimo, quello invecchiato nelle botti di whisky torbato.

Sette proposte, molto diverse tra loro, ognuna con una propria storia, un proprio carattere e un proprio gusto. Proposte nate dalla passione di Agostino Arioli per l’alchimia: “Un mondo che mi appartiene perché si tratta di un approccio scientifico, ma al contempo molto personale, interiore e filosofico“. Tutto però senza dimenticare un passo fondamentale dell’universo Birrificio Italiano: “Non è una scelta tra birra o spirits, non vogliamo cambiare direzione, vogliamo integrare” e con questa nuova gamma di distillati Agostino è pronto a conquistare ancora i palati dei più curiosi e non solo.

+info: www.birrificio.it/it/spirit

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