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Inaugurato in viale Sarca nel quartiere Bicocca, il primo palazzo che respira si trova a Milano. Catturando anidride carbonica e rilasciando aria ricca di ossigeno, funziona proprio come un albero. Open 336 è il primo edificio “Net carbon zero” progettato dallo studio di architettura Park Associati e destinato a uso uffici della società di investimento americana Barings Real Estate, affiancata da Savills Investment management SGR e dal gruppo Fervo. Il progetto nasce dall’incontro fra tecnologia e sostenibilità.

 

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La realizzazione del palazzo ha l’obiettivo fondamentale di azzerare l’anidride carbonica ed elaborare nuove strategie per ridurre gli impatti ambientali e i consumi in tutto il ciclo di vita dell’edificio, a partire dalla costruzione. Grazie a una tecnologia innovativa, quindi, gli immobili possono comportarsi come se fossero alberi, filtrando anidride carbonica con un potere di filtrazione circa otto volte superiore a quello naturale, immettendo poi nell’edificio aria più pulita e ricca di ossigeno.

Questo è possibile grazie al filtro Eco2Air® del gruppo Fervo, realizzato con materiale organico e biodegradabile tra cui i fondi di caffè. Dopo un utilizzo di circa 600 ore, il filtro può essere svuotato dell’anidride carbonica accumulata, rigenerato e riutilizzato fino a sette anni. L’impianto di trattamento dell’aria è collegato a una piattaforma che, attraverso diversi sensori, legge in tempo reale tutti i parametri di consumi e funzionamento segnalando non soltanto eventuali anomalie, ma prevedendo gli interventi necessari per evitare che si verifichino guasti.

Immaginiamo che il palazzo sia un albero: se le fondamenta rappresentano le radici e la struttura la corteccia, il filtro ne costituisce le foglie“, spiega Alessandro Belloni, Ceo del Gruppo Fervo. “Bisogna considerare che 10 chili di materiale filtrante, a ciclo continuo, hanno una capacità di assorbimento dell’anidride carbonica dalle 10 alle 15 volte superiore a quella ad esempio di una magnolia o di un pino. La nostra tecnologia consente quindi di ridurre le emissioni e i consumi durante tutte le fasi che caratterizzano l’edificio, per la realizzazione di un ‘Net carbon zero building’, trasformando un elemento critico per l’ambiente come l’anidride carbonica in una risorsa“, conclude.

 

Fonte: www.repubblica.it

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