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Nel 2009 si prevede che per la prima volta verranno utilizzati in tutto il mondo oltre 400 miliardi di contenitori di plastica per il confezionamento di bevande, circa un terzo di tutte le confezioni in circolazione. Basta questa cifra a evidenziare l’enorme importanza che lo sviluppo di imballaggi in plastica riveste per il settore. La parte del leone spetta sicuramente al PET. Dal 14 al 19 settembre 2009, presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera, drinktec 2009, il salone internazionale delle tecnologie per le bevande e gli alimenti liquidi, presenta tutte le novità del PET

PETpoint
Il PET sarà presente a drinktec 2009 con un’area espositiva dedicata: PETpoint. Nel PETpoint al padiglione B3, tutto ruota attorno al PET su un’area di 11.000 m². Saranno presenti i produttori di preforme insieme a costruttori di soffiatrici e impianti di riciclaggio, fornitori di chiusure, produttori e designer di contenitori… insomma, tutte le categorie e le imprese coinvolte nel processo di produzione del PET. Il PETpoint è organizzato in collaborazione con PETplanet Insider, la rivista della casa editrice hb media di Heidelberg. Altre soluzioni per il PET saranno proposte dai grandi fornitori di impianti completi posizionati nei padiglioni B6, A6 e B4.

Dall’idea al design del contenitore
Tutto parte dall’idea dell’ufficio marketing di un’azienda di riempimento, di un’agenzia pubblicitaria o di un produttore di forme o soffiatrici. Il concetto viene sviluppato e testato, fino ad arrivare al design definitivo del nuovo contenitore. Naturalmente i produttori di preforme e contenitori mettono a disposizione anche forme standard già collaudate, che possono essere utilizzate immediatamente senza costosi preparativi. Un prodotto particolare sono i contenitori “hotfill”, indicati per il riempimento a caldo di bevande che richiedono un certo periodo di conservazione, ad esempio succhi o bevande al tè.

La barriera apre nuovi mercati
Un aspetto al centro del dibattito è la composizione ottimale dei contenitori di plastica, che devono impedire o almeno ridurre da un lato la penetrazione di ossigeno e luce nel prodotto, dall’altro la dispersione di anidride carbonica e aromi dalla bevanda. A tale scopo esistono diverse possibilità: utilizzo di bottiglie multistrato, miscele di diverse materiali, rivestimento interno e/o esterno delle bottiglie con ossido di silicio con proprietà simili al vetro, prevedendo eventualmente anche un tappo barriera per l’ossigeno, detto “oxygen scavenger”. Si sta valutando anche l’applicazione di uno strato protettivo con plasma a bassa pressione. Soluzioni di barriera adeguate ed economicamente accessibili potrebbero trasformarsi in chiavi per l’apertura di nuovi mercati.

Alternative al PET
Il PEN (polietilennaftalato) è ancora un materiale molto costoso. Le bottiglie di polipropilene (PP) sono invece adatte solo per bevande lisce, offrendo un’alternativa economica soprattutto per il latte, le bevande a base di latte e i succhi. Nel frattempo sul mercato delle bevande sono arrivate anche nuove bioplastiche a base di acido polilattico o amido di mais, sempre per bevande non gassate. Il polilattide (PLA) trasparente è l’oggetto della seconda PLA Bottle Conference, in programma all’Holiday Inn nel centro di Monaco di Baviera il 14-15 settembre. L’evento è organizzato da bioplastics MAGAZINE.

Meno peso, meno costi
Un tema di grande importanza è la riduzione del peso delle bottiglie, soprattutto per le potenzialità di risparmio. La velocità dello sviluppo nel campo del “lightweighting” è evidenziata dal semplice confronto con i prodotti esposti a drinktec 2005. Quattro anni fa, un produttore di soffiatrici aveva presentato fra le novità la bottiglia di PET da mezzo litro più leggera del mondo, solo 12 grammi con un top-load (resistenza al peso verticale) superiore a 15 kg. Oggi il contenitore di PET da mezzo litro più leggero in circolazione si ferma a 8,8 g, con un top-load di oltre 30 kg. In pratica, la resistenza al carico verticale in caso di accatastamento è raddoppiata a fronte di una riduzione del peso del 25%. La riduzione del peso si traduce in grandi benefici di costi, per non parlare del miglioramento in termini di sostenibilità. Per ogni decimo di grammo in meno, il fabbisogno di materiale si riduce enormemente e si risparmiano ingenti scorte di petrolio, sia per la produzione del PET sia per il trasporto delle bottiglie. La riduzione del peso presenta tuttavia alcune controindicazioni legate alla comodità e praticità di consumo della bevanda: il consumatore si trova infatti fra le mani non più una bottiglia, ma un contenitore molle, quasi una busta, che inevitabilmente tende a schiacciarsi quando viene aperta.Sarà interessante vedere quali novità tecnologiche proporranno gli espositori a drinktec 2009. Qual è il limite minimo di peso per una bottiglia?

3° Congresso Mondiale del PET E Beverage Innovation Awards
A questa e ad altre domande risponderà il Congresso Mondiale del PET, giunto alla terza edizione, che arricchisce e completa l’offerta espositiva di drinktec in questo settore. L’evento, che vedrà la partecipazione di operatori qualificati, nuovi player ed esperti di settore, tratterà tutte le tematiche rilevanti di tecnologia e marketing. Un ultimo evento legato al PET: nell’ambito dei Beverage Innovation Awards, il 15 settembre, verranno assegnati fra gli altri i premi per il miglior design e per la tecnologia più innovativa nel PET (per maggiori informazioni www.beverageawards.com).

+info: Johannes Manger e Christina Maier tel. (+49 89) 949-20630, fax (+49 89) 949-20639
e www.drinktec.com

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