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Volumi in calo del 4% e valori a -1%. Per il vino italiano si chiude con saldi negativi il primo trimestre dell’anno sui canali retail di Usa, UK e Germania. In base alle elaborazioni su dati NielsenIQ effettuate dall’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, sui tre principali mercati di esportazione a soffrire maggiormente sono i vini spumanti: a fronte di volumi in calo del 3% per i vini fermi (814.000), gli sparkling arrivano a -5% (245.000 ettolitri), con picchi negativi in UK (-10%) e Germania (-6%), mentre in Usa per ora si viaggia ancora in terreno moderatamente positivo (+1%). Sugli still wines, invece, il calo più vistoso viene marcato dagli Stati Uniti (-9%), mentre Londra limita le perdite a -1% e Berlino segna stallo.

A valore, complici listini in generale aumento, il saldo generale dice -1% (1 miliardo di euro tondi), di cui -1% per i vini fermi (670 milioni) e 0% per gli sparkling (335). In aumento – lato spumante – il valore del venduto sul circuito off-premise Usa (+6%), mentre sono in perdita sia Germania (-3%) che UK (-6%). Vini fermi, invece, in calo in America (-6%), contro crescite speculari del 3% per gli altri due mercati.

Guardando i dati di vendita delle principali tipologie di vino, sembra di poter affermare che ad aumenti di prezzo – anche non eclatanti – venga associata quasi automaticamente una decrescita delle vendite, con la ricerca di prodotti alternativi/similari e più economici: sul mercato tedesco questa equazione vale per esempio per Chianti Classico e Chianti, per gli spumanti italiani e tedeschi. Poche le eccezioni, come il Primitivo, in aumento sul fronte prezzi e anche come volume di vendite.

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Sul mercato americano, i dati negativi abbracciano tutte le principali produzioni italiane: dal Pinot grigio al Lambrusco, dal Chianti ai rossi piemontesi e toscani. In UK, precipitano le vendite di vini base Sangiovese e quelle di Pinot grigio private label, arrivato a costare più della versione a marchio aziendale, ma sono in forte calo anche quelle di Prosecco, sia marchio proprio che del distributore, mentre tengono quelle del Rosé.

FONTE: www.osservatoriodelvino.it

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