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Old Fashioned: da Woodford Reserve un mese di celebrazioni per l’iconico cocktail


L’Old Fashioned è sicuramente il più famoso dei Whiskey Cocktail ed è anche il cocktail più venduto al mondo dopo il Negroni. O se vogliamo metterla diversamente è il secondo cocktail più venduto al mondo ma il primo con base Whiskey. È un drink che ha conquistato tutte le fasce di bevitori. Ottimo entry level per chi si avvicina al mondo dell’whisky o per chi non è un grande consumatore di cocktail. La sua dolcezza avvicina il consumatore a questo mondo senza paura o preconcetti. Allo stesso tempo è il preferito degli appassionati di whiskey perché con la sola aggiunta di zucchero e bitter aromatico si riesce a dare rotondità e profondità al distillato, rendendo la bevuta più lunga e piacevole”. Le parole di Giancarlo Ammirati, brand manager di Woodford Reserve, tracciano con estrema nitidezza le ragioni del successo di questo cocktail celebrato per l’intero mese di novembre da Woodford Reserve.

Il bourbon super-premium del Kentucky ha registrato il marchio Old Fashioned Week, ora esteso all’intero mese di novembre con il nome di Old Fashioned Month, ergendosi a protagonista come bourbon per antonomasia con il suo drink più rappresentativo. La storia di questo caposaldo della miscelazione parte da James Pepper, colonnello e habitué del lussuoso hotel Waldorf-Astoria. Era membro del Pendennis Club di Louisville, dove rimase stupito da un drink con whiskey inventato per lui e molto simile all’Old Fashioned. Entusiasta, portò la ricetta dal Pendennis all’Astoria, dove insegnò al barman quello che in seguito sarebbe diventato uno dei cocktail più amati e rinomati. Dalla New York di fine ‘800 verso l’infinito e oltre, con un colore ambrato e un gusto deciso e speziato, si staglia sull’Olimpo dei cocktail più iconici del passato, del presente e del futuro.

Un drink iconico, nella sua veste tradizionale o in twist creativi pensati ad hoc, che è protagonista nelle drink list di sedici locali selezionati in tutta Italia. La tappa romana si è svolta nel celebre Drink Kong dove il Woodford è stato celebrato in tre ricette. Il classico Old Fashioned con zucchero e bitters e due twist. In the Woodford love con cognac, rabarbaro, zucchero e Angostura bitters e The Usual suspect, mixato con Montenegro, Orzata, Caffè e Angostura Bitters. Nel progetto è stato coinvolto anche Oscar Quagliarini, bartender dal 1997, ha lavorato con grandi personalità del settore e maître parfumeur, esplorando il mondo dei fiori, delle spezie e dei profumi e producendo artigianalmente le essenze che utilizza nella composizione delle sue ricette. Per l’occasione ha creato un’essenza edibile per ampliare l’esperienza sensoriale dei cocktail a base Woodford Reserve, aggiungendo una nota di eleganza ai sentori di legno di cedro della Virginia, camomilla blu china, pompelmo bianco Italia, patchouli, sandalo e vetiver, che viene nebulizzato prima della degustazione. L’evento ha rappresentato anche l’opportunità per tracciare un bilancio dell’anno.

Il brand è in costante crescita – continua Ammirati – dal 2018 al 2022 abbiamo, infatti, registrato un incremento annuale del 10% e prevediamo che il 2023 si chiuderà ancora meglio con una crescita a doppia cifra. In merito al segmento whiskey, di cui disponiamo di dati fino al 2022, manca ancora l’anno in corso, si evince che in Italia il comparto è in continua crescita e ha subito una forte accelerazione dopo il Covid. Crescita che ha caratterizzato tutte le categorie di spirits dove sicuramente l’incremento maggiore la registrano i gin. Secondo le proiezioni dell’istituto di ricerca IWSR il 2023 dovrebbe prevedere un progresso a livello globale per i whiskey del 2,2% vs il 2022 e l’Italia si inserisce in questo trend. Riguardo le novità in casa Woodford Reserve, stiamo lavorando per ampliare la “famiglia” in Italia con altri prodotti già presenti all’estero nel nostro portfolio ma siamo ancora in una fase di analisi e studio fattibilità. Se qualcosa si concretizzerà non sarà comunque prima del settembre 2024”.

Woodford è distribuito in Italia dal Gruppo Montenegro, intervenuto alla serata del Drink Kong. Non è mancata una conversazione sulle loro attività con Gianluca Gianni, Area Manager per il Centro Italia: “Nel 2023 il mondo del gin ha continuato a confermarsi con una crescita negli ultimi tre anni sia a volumi che a fatturato. D’altronde la prova più lampante sono le bottigliere dei locali che sono passati da avere 4-5 bottiglie fino a oltre cinquanta referenze. Una proliferazione che però prima o poi dovrà arrestarsi. Bisognerà vedere quanti ne rimarranno sul lungo periodo. Il successo di questo spirit credo sia imputabile per la maggior parte al fenomeno transitorio delle mode e alla loro ciclicità. Siamo passati dal boom di quindici anni fa del rum a quello della vodka arrivando al gin. Sicuramente tante aziende hanno cavalcato questo fenomeno e lo stanno facendo tutt’ora. Ritengo inoltre che gli investimenti cospicui di alcuni brand abbiano fatto da traino anche alle piccole imprese che si sono inserite in questo filone. Sta crescendo a livello globale il mercato dell’agave sebbene in Italia non abbia acquisito ancora dimensioni rilevanti. Sicuramente si sta comprendendo che anche nella miscelazione il tequila non è più solo sinonimo di margarita ma ci sono anche altri cocktail come il paloma. Il mercato dell’agave cambia molto a livello geografico. Dove c’è un turismo con una forte componente americana, il tequila è veramente forte. Per esempio in Costiera Amalfitana ha la stessa rilevanza del gin a Roma. Lì si beve tequila premium. E molte aziende stanno spingendo in quella direzione. Il mondo degli spirits orientali lo vedo ancora residuale. Resistono ancora cognac ed armagnac, parliamo di una dimensione dove c’è una grande consapevolezza di quello che si beve, composto da consumatori di fascia alta, sia in termini economici che anagrafici. Di certo non sono i ventenni che frequentano i locali mainstream, piuttosto siamo nell’ambito dei grandi bar dell’hotellerie di lusso. Oggi conta tantissimo la comunicazione e il personale di sala ha lo stesso peso del barman. Spesso quest’ultimo è dietro il bancone e non lo vedi mentre chi si relaziona con il pubblico, svolge una funzione davvero cruciale. È un ambasciatore degli spirits e della mixology. Conoscere i prodotti, saperli spiegare al cliente è fondamentale per la bevuta, te la fa cambiare o te la innesta in un certo modo. Altro aspetto che vorrei evidenziare l’ascesa del cocktail nel pairing a tavola. Lo vedo perfetto in alcune tipologie di ristorazione quali bistrot o cocktail bar evoluti mentre c’è ancora qualche difficoltà nei locali più tradizionali. Infine una riflessione sul 2023 che sta per chiudere. Un anno che ci ha dato grandi soddisfazioni specie in alcune referenze quali Select, Amao Montenegro e il nostro gin Edgar Sopper”.

+info: www.woodfordreserve.com/

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